DUKE ELLINGON MEETS COLEMAN HAWKINS

Ellington - Hawkins

Codice EAN

0602438075959

Etichetta

IMPULSE

Data di pubblicazione

13/05/2022

In Stock

54,70

Disponibile

Utilizzando la crème dei tecnici del suono e l’ineguagliabile qualità della produzione affidata alla Quality Record Pressings, la nuova serie Acoustic Sounds è masterizzata a partire dai nastri originali, stampata su vinile da 180 grammi e confezionata in copertine gatefold (“a libro”) ad alta qualità, curate dalla Stoughton Printing Co., dove – come si usava nei dischi dell’epoca – il foglio di carta stampato è applicato sul cartone (e quindi non è quest’ultimo ad essere inchiostrato direttamente). Il tutto sotto la supervisione di Chad Kassem, CEO di Acoustic Sounds, la società più affermata nel campo delle pubblicazioni per audiofili. Pubblicazione selezionate dallo straordinario catalogo Verve/UMe. Per iniziare, la serie si concentrerà su alcuni degli album di maggiore successo degli anni ’50/’60: questa volta tocca ad un altro incontro al vertice: quell’unica occasione in cui Duke Ellington (alla testa di un ensemble di solisti della sua orchestra) incontrava il “padre del sassofono jazz” Coleman Hawkins. Memorabile.Già dagli anni ’20 Duke Ellington e Coleman Hawkins stavano scrivendo la storia del jazz: il primo come grande compositore, direttore di un’orchestra che arriverà a quasi mezzo secolo di attività; il secondo come autentico inventore del sassofono come strumento (e quale strumento!) del jazz. Entrambi, quando si incontrarono in studio per l’unica seduta di registrazione insieme (nell’agosto del 1962) stavano dimostrando una vitalità creativa inesauribile, restando sé stessi pur aggiornando l’idioma (Hawkins aveva da poco inciso insieme con John Coltrane e Thelonious Monk, Ellington percorreva il globo con un’orchestra ancora una volta straordinaria). All’appuntamento il grande bandleader ‘giocava in casa’, avendo portato con sé alcuni fra gli assi della sua orchestra di quei giorni: Ray Nance che si divideva tra cornetta e violino, il trombonista Lawrence Brown, il grande Johnny Hodges (ovviamente al sax contralto), e l’amico Harry Carney (altrettanto ovviamente al sax baritono). E anche la sezione ritmica (Aaron Bell al contrabbasso e Sam Woodyard alla batteria) era di ‘casa Ellington’… ma la forte, fortissima personalità del gigante del sax tenore garantì uno strepitoso risultato: Hawkins letteralmente si impose, giganteggiando e mostrandosi un vulcano di idee. Disco imperdibile, definito ai tempi dal New York Times “Uno dei più grandi album di Ellington, uno dei più grandi album di Coleman Hawkins, uno dei più grandi album degli anni ’60.”

1. Limbo Jazz2. Mood Indigo3. Ray Charles’ Place4. Wanderlust5. You Dirty Dog6. Self Portrait (Of The Bean)7. The Jeep Is Jumpin’8. The Ricitic

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