LOUISE

Un viaggio musicale con Emile Parisien è un’avventura, qualcosa al di fuori dall’ordinario. Il suono del sassofonista soprano è immediatamente riconoscibile ed è la migliore compagnia possibile per partire verso una destinazione avvolta nell’incertezza. Negli ultimi vent’anni, l’ex bambino prodigio di Marciac ha trovato il modo di stupire, scuotere e incantare gli ascoltatori con esperimenti colorati e produttivi. La sua forza trainante è una passione che sembra prenderlo fisicamente mentre suona. E tra i musicisti che lo cercano non ci sono solo i migliori della sua generazione, ma anche i maestri del jazz, tale è la sua reputazione sia come leader che come partner ispiratore. Come musicista è unico nel suo genere, con il potere di essere evocativo e di dare forma convincente all’imprevedibile. Il suo linguaggio musicale sa esprimere frenesia improvvisa, tenendo l’ascoltatore completamente sulle spine, ma non mancano scatti di tenerezza e una palpabile onestà emotiva. “Louise” prende il titolo da Louise Bourgeois e più precisamente dalla sua scultura di un ragno, “Maman”. La sua opera monumentale ha come tema la maternità, veicolata anche attraverso la metafora della tessitura, filo conduttore che percorre la creazione di Emile Parisien, che per questo album ha messo insieme un gruppo di musicisti che collegano le due sponde dell’Atlantico: tre musicisti americani e due dei suoi più stretti colleghi francesi (Theo Croker, Roberto Negro, Manu Codja, Joe Martin, Nasheet Waits) tutti amici che ha avuto modo di conoscere nel tempo. In questo album si possono ascoltare tutti i tipi di sfumature e una convergenza di diverse influenze. Troviamo variazioni di ritmo da sincopi svolazzanti a dolcemente maestosi. Le trame sono meticolosamente calibrate, con un’ampia tavolozza di colori strumentali sia nelle composizioni originali che in una cover ardente di “Madagascar” di Joe Zawinul. Questo sforzo collettivo lascia molto spazio all’inventiva individuale, ma c’è anche un felice equilibrio tra le diverse personalità. Emile Parisien, sempre ipervigilante, sa quando fare un passo indietro e lasciare l’iniziativa ai suoi partner, ma poi rientrerà con autorità e sarà il catalizzatore. “Louise” è semplicemente magnifico nei suoi colpi di scena e nel modo in cui celebra la pura gioia del groove. Un percorso verso una libertà inebriante con un team di artisti in completo equilibrio sia individualmente che collettivamente.