STRINGS TRADITION
€15,22
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Strings Tradition è una produzione originale, lontana dalle incisioni tese a mescolare culture musicali di varia provenienza. Innanzitutto perché si tratta dell’incontro fra tre tradizioni classiche (quella dell’Africa Occidentale, quella dell’India del Nord e quella carnatica dell’India del Sud), che nulla hanno dunque a che vedere con l’idea un po’ vaga di “popolare” che siamo soliti intendere quando ci accostiamo a sonorità etniche. È importante inoltre sottolineare che siamo di fronte a un incontro fra tre strumenti di primaria grandezza, come la kora, il sitar e il violino. Allo stesso modo i tre artisti coinvolti nel progetto, MAMADOU DIABATE, SHUJAAT KHAN e LALGUDI GJR KRISHNAN, sono tre importanti esponenti nei loro rispettivi Paesi e sia Diabate che Shujaat hanno ricevuto nomination al Grammy Awards per la categoria World Music. MAMADOU DIABATE è nato a Kita, nel Mali, uno dei maggiori centri della cultura mandinga e proviene da una famiglia di griot (o jeli), i cantori incaricati di trasmettere il patrimonio di conoscenze della comunità a cui appartengono. Ancora adolescente Mamadou si esibiva già nelle cerimonie a carattere regionale dove è divenuto ben presto celebre. La parentela con il grande suonatore di kora Toumani Diabate gli ha poi consentito di essere introdotto nell’ambiente artistico internazionale dove è andato costruendosi una affermata carriera. SHUJAAT KHAN, figlio e discepolo del famoso Ustad Vilayat Khan, scomparso nel 2004, ha rivelato anch’egli qualità speciali sin da bambino (le sue prime esibizioni in concerto risalgono all’età di sei anni). Da quel momento il suo nome è apparso nei programmi dei maggiori festival del suo Paese e in seguito la sua arte è stata oggetto di interesse costante nel resto del mondo, in particolare negli Stati Uniti. LALGUDI GJR KRISHNAN appartiene anch’egli a una famiglia di antica tradizione musicale (suo padre è il celebre violinista Lalgudi G Jayaraman) ed ha già dimostrato nelle precedenti incisioni per la nostra etichetta di possedere un alto grado di inventività. Fin dal primo brano, Nyanafi, di Diabate, il trio dimostra subito di ritrovarsi a meraviglia su un tema ricco di sentimento e pathos. In Birds First Fly, di Lalgudi, sono al contrario le cadenze iterate e accelerate a rendere il pezzo un crescendo entusiasmante, sottolineato da mirabili improvvisazioni. Hymalaian Rain (di Shuajaat) tratteggia scenari di profonda introspezione, mentre la conclusiva Sigui Dyarra è un perfetto esempio di interazione del trio. Ad accompagnare le corde della tradizione, Gourishankar alle tabla e Muraly Trichy al ghatam.