Avventurarsi nell’ascolto di questi brani è come passeggiare in un immaginario, rigoglioso giardino
medievale dove la varietà e la combinazione delle essenze contenute sorprendono e dispongono
l’osservatore all’attenzione e all’affinamento dei sensi. Come la molteplicità di specie uniche suscita
meraviglia, così si resta colpiti di fronte all’eclettismo che è alla base della raccolta, a partire dalle
differenti tessiture di cui si sostanziano i pezzi. Il giovane compositore Carlo Forlivesi, apprezzato a
livello internazionale, si muove in uno spazio geografico e temporale che vede protagonisti strumenti
elettronici, orchestrali, cameristici, etnici, scavando nel passato degli antichi inni latini, di Bach e di
Haydn, ed esplorando una cultura tradizionale completamente differente e lontana dalla nostra come
quella giapponese. La poliedricità compositiva e la vivezza d’ingegno che in questa raccolta sono così
evidenti altro non sono che il riflesso dell’attitudine all’esistenza del compositore, curioso e ricercatore
per vocazione, viaggiatore instancabile e cosmopolita (basti guardare alle sei differenti lingue in cui
sono intitolati i brani musicali).
Electronic Works
1. Elements
2. Through the Looking-Glass
Compositions for JapaneseTraditional Instruments
3. Ugetsu
4-6. En la Soledat i el Silenci
7. Chinmoku no Tsuki / Silenziosa Luna
Chamber Music
8-9. Two Ornaments
10. Rosenleben I (Module B)
11. Rosenleben II
12. La Pointe à la Droite du Coeur
Vocal Music
13. Spem in Alium
14. Petite Prière
15. Audivi Vocem
Arrangements
16. Ave Maris Stella (after Codex Faenza)
17. Stella Splendens (after Llivre Vermell)
18. The Unanswered Question (after Charles Yves)