SOLO
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Vijay Iyer è il nuovo volto del jazz moderno. Acclamato dalla critica e dal pubblico di tutto il mondo, il trentottenne americano di origini indiane si sta velocemente affermando come uno dei più importanti pianisti jazz a livello internazionale. Il suo primo album per l’etichetta tedesca ACT, “Historicity” (ACT 9489-2), ha rappresentato la sua prima registrazione con un classico trio jazz (pianoforte, contrabbasso e batteria) ed allo stesso tempo una profonda e innovativa ridefinizione di questa tradizione. L’album è stato nominato “Jazz Album of the Year” dai più importanti giornali americani: New York Times, Los Angeles Times, Detroit Metro Times e il Chicago Tribune. All Music Guide lo ha descritto come “un CD incredibile”, e l’album ha anche trionfato in tre importanti sondaggi della critica internazionale: “Historicity” ha infatti raggiunto il primo posto nel Downbeat Poll e nel Village Voice Jazz Critics Poll, e il secondo nel Jazz Times Poll. Recentemente, Iyer ha anche vinto il più importante premio musicale tedesco, il Jazz Echo, per il “miglior ensemble internazionale”, e ha ricevuto il prestigioso American Jazz Journalists Association Jazz Award 2010 come “Musicista dell’anno”.
La cosa più sorprendente di questa storia di successo senza eguali è che Iyer non ha fatto alcun compromesso lungo la sua strada. La musica di questo pianista e compositore autodidatta ha un’impareggiabile complessità e un proprio carattere distintivo che incorpora, apparentemente senza sforzo, influenze anche molto diverse tra loro. Tutto ciò è pienamente evidente nel nuovo album di Iyer per l’etichetta Act, “Solo”, con il quale il musicista americano affronta una delle sfide imprescindibili per un pianista jazz, una registrazione in piano solo. Anche in questo caso si tratta di un’esperienza nuova per Iyer che dimostra in questo modo di volersi mettere ancora una volta alla prova. In questo contesto solista lo stile e l’estro creativo di Iyer trovano terreno fertile. La sua musica è permeata dalla tradizione jazz, in particolare da artisti come Thelonious Monk, Andrew Hill, Randy Weston, Cecil Taylor e Sun Ra (che Iyer cita anche nelle note di copertina). Eppure, queste influenze attentamente calibrate sono solo alcuni dei colori della tavolozza da cui attinge Iyer per creare il proprio universo musicale. Tanto nei brani originali quanto nelle riletture – sia dei classici del jazz come “Epistrophy” o “Black and Tan Fantasy”, che di brani non jazzistici come “Human Nature”, resa famosa da Michael Jackson – Iyer impone la propria personale visione musicale, la propria estetica. Ogni brano insomma porta la firma di Iyer che dà con questa registrazione un’ulteriore prova del proprio talento.
1. Human Nature2. Epistrophy3. Darn That Dream4. Black & Tan Fantasy5. Prelude: Heartpiece6. Autoscopy7. Patterns8. Desiring9. Games10. Fleurette Africaine11. One for Blount