POCKET RHAPSODY
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«Ci sono momenti – spiega il pianista Frank Woeste – in cui penso a quanto sarebbe utile avere una terza mano». Questo pensiero sembra racchiudere una caratteristica importante della musica di Woeste, vale a dire il suo bisogno naturale di orchestrare al pianoforte, qualcosa che è evidente fin dall’inizio del suo album “Pocket Rhapsody”. Woeste non è solo un eccezionale pianista e un interprete di talento del Fender Rhodes, ma ha anche una conoscenza profonda del processo creativo. Se lo scopo dell’arte è di lasciare un’impronta, la missione di Woeste è incidere un segno profondo sia come musicista che come compositore. Il suo debutto come artista ACT, quindi, non solo rivela un musicista pieno di idee, ma anche un compositore a tutti gli effetti capace di arrangiamenti strabilianti. Il suo trio con il chitarrista Ben Monder e il batterista Justin Brown crea un suono che è orchestrale per portata ed impatto. L’intimità della musica da camera va di pari passo con la spinta del trio jazz che sembra racchiudere in sè la potenza di una big band. In altre parole, il titolo di “Pocket Rhapsody” calza a pennello. Al trio si aggiungono ospite illustri. Youn Sun Nah canta “The Star Gazer” con la sua usuale intensità emotiva, mentre Ibrahim Maalouf contribuisce con la sua elegante tromba in a “Moving Light” e “Nouakchott”.
1. Terlingua2. Moving Light3. The Star Gazer4. Buzz Addict5. Interlude6. Pocket Rhapsody7. Intro Nouakchott8. Nouakchott9. Mirage10. Melancholia