Sono pochi i musicisti jazz che hanno esplorato le svariate possibilità dello spettro musicale come il pianista Joachim Kühn. Nato nel 1944, Kühn ha suonato insieme a musicisti classici come il St. Thomas Choir di Lipsia, ha animato la scena fusion della costa occidentale americana negli anni Settanta, ha suonato con musicisti d’avanguardia come Ornette Coleman, Archie Shepp e Don Cherry, si è dedicato alla esplorazione del jazz nord-africano con Majid Bekkas e Ramon Lopez. Spinto da questa instancabile curiosità, quando ha ricevuto l’invito da parte del Goethe Institut di tenere due concerti in Russia, Joachim Kühn ha immediatamente fatto qualche ricerca sulla scena musicale locale. Il suo amico Marc Sarrazy, che stava lavorando a un libro sul jazz russo, gli ha fatto il nome di Alexey Kruglov. Questo sassofonista, nato nel 1979, è considerato uno dei più grandi talenti del jazz russo. Kühn ha inviato Kruglov a unirsi a lui per un paio di brani nel suo concerto ed è scattata subito un’alchimia straordinaria, tanto che Kühn il giorno successivo ha deciso di entrare con lui in studio di registrazione, dando vita all’album “Moscow”.
1. Poet2. Because of Mouloud…3. Waltz for You4. Researching Has No Limits5. Desert Flower6. Homogeneous Emotions7. Colourful Impressions8. Phrasen