HOW CAN I GET TO MARS?
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Nel mondo della musica la somma di due artisti non equivale necessariamente alla somma dei loro talenti. Talvolta il risultato di un incontro artistico va ben al di là della sintesi di due esperienze musicali differenti e riesce a generare qualcosa di completamente nuovo ed originale. Un esempio? La collaborazione della cantante italiana Carla Marcotulli con il compositore, arrangiatore, e polistrumentista americano Dick Halligan per il loro primo album sulla ACT: “How Can I get To Mars”. Carla Marcotulli proviene da una famiglia in cui la musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale. Suo padre era un ingegnere del suono e nel suo studio sono state registrate molte colonne sonore, comprese alcune di Ennio Morricone, mentre la sorella Rita è invece un delle più note e celebrate pianiste jazz italiane. Carla si è appassionata presto al jazz, ma ha preferito formarsi con una solida preparazione classica prima di tornare alla sua passione originaria. Per questo album d’esordio è stato fondamentale l’incontro con Dick Halligan. Trombonista, fondatore del pioneristico gruppo jazz-rock “Blood, Sweat & Tears” e compositore di successo da circa due anni Halligan ha iniziato a collaborare con Carla Marcotulli, cercando con lei delle forme espressive alternative al jazz canonico. Non a caso questo album si presenta come una sintesi di elementi musicali differenti cha vanno dalla musica classica al jazz contemporaneo. La prima è costantemente richiamata dagli arrangiamenti d’archi del Quartetto Dorico, mentre il secondo risuona nella chitarra di Sandro Gibellini e nella batteria di Peter Erskine. Alla composizioni di Halligan si alternano diversi standards ed un brano originale che porta la firma della stessa Marcotulli. Se gli archi del Quartetto Dorico sono un componente predominante in questo disco, non mancano soluzioni interpretative diverse e variegate che mettono in luce le molteplici influenze che animano questo album.