THE RED DOOR

Il pianista Orrin Evans pubblica “The Red Door”, un nuovo album stellare che celebra le possibilità musicali e personali. Cosa c’è dietro la Red Door? Per il pianista Orrin Evans, quella domanda è diventata il simbolo del percorso audace che la sua vita e la sua musica hanno intrapreso nel corso dei suoi tre decenni di carriera. Nel suo ultimo album, ancora una volta spalanca quella porta, deliziandosi con i collaboratori, gli amici, l’ispirazione e la storia che trova dentro. Cresciuto nella chiesa pentecostale, spiega Evans, il colore rosso è venuto a significare il negativo: pensa al sangue, al peccato, alla tentazione incarnata nei quartieri a luci rosse, tutte cose infernali. Avvicinarsi a una porta rossa, quindi, è una prospettiva scoraggiante. L’immagine si è manifestata per lui di recente quando un conoscente ha pronunciato la frase “Non vedo colore” – a proposito di una bandiera rossa. “Mi sono reso conto che insieme al rosso che significa ‘avvertimento’ o ‘stop’, rappresenta anche tante cose belle”, dice. “Le rose sono rosse e anche i cuori di San Valentino. Quindi, io vedo il colore, e tutti dovremmo vedere il colore, ma non dovremmo vedere la storia negativa che ne deriva. Invece, dobbiamo concederci l’opportunità di entrare e scoprire cosa c’è dietro la porta rossa”. Molti dei musicisti che si uniscono a Evans in “The Red Door” si collegano a quei periodi di scoperta e crescita. L’album presenta due gruppi principali: uno la sezione ritmica della leggenda del basso Buster Williams e il batterista veterano Gene Jackson, insieme al defunto maestro di tromba Wallace Roney o alla leggenda vivente di Philly Larry McKenna al tenore; l’altro un quintetto con il trombettista Nicholas Payton, il sassofonista/flautista Gary Thomas, il bassista Robert Hurst e il batterista Marvin “Smitty” Smith. Inoltre, l’album presenta le apparizioni dei cantanti Jazzmeia Horn, Sy Smith e Alita Moses.