La sonata n. 5 di Landini è un mostro, nella sua lunghezza (ad oggi tra le più lunghe mai scritte nella storia della musica), nella sua impressionante struttura dove ogni armonia e melodia si riversa senza soluzione di continuità l’una dentro l’altra, nella sua concezione di base. Dominarla non è semplice, ascoltarla richiede concentrazione che lentamente si trasfigura di immagini sonore sempre mutevoli. Un pianista come Massimiliano Damerini riesce nel difficilissimo compito di portarla a termine donando a sua volta a questo lavoro immenso una propria visione di interprete che rimane attento alle innumerevoli sfumature che la partitura offre e che richiede all’interprete una dose di concentrazione fuori da ogni comune idea interpretativa. Un capolavoro della musica contemporanea che solo nella sua ampiezza estrica la sua bellezza.