PARADOX TRIO (WITH BOJAN Z)
€15,22
Disponibile
Fiatista polivalente e artista dotato di capacità progettuali non comuni MATT DARRIAU si presenta nell’occasione insieme con il suo PARADOX TRIO, arricchito da un ospite di riguardo, il pianista franco-serbo BOJAN Z. (Zulfikarpašić). L’incisione che ne sortisce, priva di un titolo vero e proprio, è ascrivibile al genere Balkan jazz, ma gode altresì di ampia libertà di manovra e non rinuncia a esplorare più in generale i confini fra l’improvvisazione e le tradizioni dell’Est Europa.
Impegnato come di consueto ai sassofoni e ai clarinetti DARRIAU dà ulteriore prova di aver appreso anche l’arte del kaval, il flauto in legno del folklore bulgaro, e della gaida (si ascolti il brano finale October gaida), la versione bulgara della cornamusa. Melodie di grande presa e a solo travolgenti caratterizzano questa nuova produzione, in grado di trovare un perfetto equilibrio fra tradizione e modernità, spirito di gruppo e tensioni individuali.
Il PARADOX TRIO attuale annovera tra i suoi componenti Brad Shepik alla chitarra, Rufus Cappadocia, che qui suona il cello a cinque corde, e Seido Salifoski alle percussioni e al dumbek. Si tratta di una formazione nuovayorchese di grande qualità che sa fondere il jazz con il klezmer, la tradizione balcanica e quella celtica, operando in chiave sperimentale e contemporanea. Formato da DARRIAU nel 1991 dopo il suo trasferimento da Boston a New York, l’ensemble ha influenzato in modo particolare la scena downtown degli anni Novanta, ponendo in primo piano l’interesse per i ritmi e le melodie dell’Est Europa e del Medio Oriente. Il gruppo ha al suo attivo in buona produzione discografica per l’etichette Knitting Factory ed Enja. MATT DARRIAU è inoltre conosciuto per la sua partecipazione a formazioni di rilievo quali Orange Then Blue, Klezmatics, Whirligig, Les Misérables Brass Band e alla Klezmer Brass Allstars di Frank London. Tra le sue ultime prove discografiche è d’obbligo citare Liquid Clarinets (2009, Felmay FY 8150), realizzato in compagnia di Ismail Lumanovski e Patrick Novara.