TASSA DI RESIDENZA NAPOLI
€13,92
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In pochi sanno che Napoli è stata una delle capitali italiane del jazz: centro propulsore di idee, linguaggi e punti di vista. Questo eccellente disco, nato dall’acuto ingegno di due valorosi musicisti, Gianni Vicedomini e Claudio Borrelli, sembra quasi volercelo ricordare, esprimendo una fittissima rete di conoscenze, sensazioni e umori che, partendo dalle viscere di quella meravigliosa città, incrociano e si ricongiungono con le lingue e i dialetti della musica afroamericana. Coadiuvati da comprimari di livello assoluto (Pietro Condorelli ed Emanuele Cisi sono tra i migliori specialisti europei del loro strumento, e sorprendenti per efficacia e padronanza espressiva si dimostrano Gianfranco Campagnoli e Marco De Tilla), i due leader allestiscono un disco di scattante ed elegante jazz contemporaneo: abile nel rielaborare le forme stilistiche più attuali (da Shorter in poi, per intenderci), grintoso nell’affrontare con intelligenza i territori del post-hardbop (quindi mantenendo ben saldo un piede nella tradizione), ma allo stesso tempo in grado di mostrare un nucleo profondo, un cuore di struggente liricità, la capacità – questa sì, inconfondibilmente partenopea – di coniugare la leggerezza melodica con la raffinatezza delle scelte armoniche e di arrangiamento.
Gianni Vicedomini, pianista dal tocco cristallino e dall’enciclopedica conoscenza espressiva, firma tutti i temi originali, dando corpo e stile alla musica di questa brillante opera prima. Non c’è mai un passaggio a vuoto, mai un momento di non necessaria attesa nelle sue composizioni; anzi, Vicedomini dimostra controllo e inventiva anche quando si affida alla forma blues, o quando alterna gli spazi sonori, lavorando sulla prospettiva timbrica o alterando figura e sfondo. Borrelli, poi, garantisce un timing elastico e rilassato, sempre a sostegno dei solisti e della musica. Infine, azzeccata anche la scelta delle cover, trattate (soprattutto la beatlesiana Blackbird, al cui fascino i jazzisti, da Jaco Pastorius a Brad Mehldau, spesso non hanno saputo resistere) con rispetto e un pizzico di creatività visionaria.
Vincenzo Martorella