RIDE

L’iconico chitarrista blues-rock statunitense Walter Trout pubblica il suo 30° album da solista “Ride” tramite Provogue/Mascot Label Group. Per quanto veloce o lontano viaggi un uomo, non potrà mai davvero superare il suo passato. Nel suo nuovo album Trout si è ritrovato a guardare l’orizzonte e la fine della sua trionfante carriera, un nuovo contratto discografico con Mascot/Provogue. Un trasferimento dalla California alla Danimarca con la sua amata famiglia. Anche adesso, all’età di 70 anni, Trout sta ancora scrivendo nuovi capitoli della sua storia di vita. L’ultima volta che abbiamo visto Trout in viaggio è stato in sostegno di Ordinary Madness del 2020. La campagna si è conclusa con frustrazione, quando il Covid ha reso il lavoro dal vivo troppo pericoloso, sia per lui sopravvissuto al trapianto di fegato, sia per i suoi fan, condannando così Trout a un periodo di inattività forzato in Danimarca che non conosceva da mezzo secolo. “Ci sono stato dal ’69, quando ho iniziato nei bar del New Jersey”, riflette. “Improvvisamente, sono stato bloccato per sedici mesi, anche se ho sempre continuata a far pratica con la chitarra ogni giorno. Mia moglie e la manager Marie sapevano che dovevo fare musica. Quindi il regalo per il mio settantesimo compleanno è stato un contratto discografico nuovo di zecca che Marie aveva negoziato. Il mio produttore, Eric Corne, ha individuato un nuovo studio a Los Angeles e il mio piano era di tornare a casa per fare un nuovo album”. Il risultato è “Ride”, che fornisce una valvola di sfogo emozionale – sia per il suo creatore che per i suoi fedeli ascoltatori – forse questo artista veterano può riconciliarsi con il suo passato, accettare il suo futuro e vivere il presente. “Penso che tu possa interpretare il titolo di questo album in diversi modi”, conclude. “Voglio dire, questo album è sicuramente un viaggio musicale e ho cercato di fare molta strada. Ma, davvero, anche la vita è una specie di cavalcata, gisto? E voglio vivere la mia al meglio”.