ALL THERE IS

Nessun altro strumento nel mondo della musica può essere associato al suo proprietario in modo così inequivocabile come il canto umano, perché la voce è l’unione acustica dell’anima e del volto. Se poi una voce straordinaria si unisce anche al dono di potersi infilare in forme diverse e, per di più, ha storie straordinarie da proporre, allora il risultato finale potrebbe essere un album poliedrico, profondo e vulnerabile come quello di Ina Forsman “All There Is”. Il genere in cui rientra “All There Is” deve ancora essere inventato. Ma chi ha bisogno di generi o categorie quando si possono compensare con la personalità? La stessa Ina Forsman descrive la sua musica come un’anima cinematografica, con la quale non vuole creare un nuovo genere, ma colpisce nel segno in modo descrittivo. Da un lato, le sue canzoni sono influenzate dall’anima degli anni Sessanta e Settanta. D’altra parte, però, occupano spazio, hanno drammaturgia, trama, una tavolozza di colori e un carattere esplosivi. Tutto questo richiede il grande schermo, come una Shirley Bessy. Ma nessun confronto con ciò che è già esistito o che è familiare funzionerà davvero, perché Ina Forsman racconta al meglio le sue storie personali nel presente. “All There Is” è il terzo album della cantante finlandese. Nei suoi precedenti album “Ina Forsman” (2016) e “Been Meaning To Tell You” (2019), inizialmente si è affermata per la sua potente voce. In “All There Is” accede ad un nuovo livello della sua autorealizzazione espressiva introspettiva arrivando completamente a se stessa, probabilmente influenzata anche dall’isolamento causato dal lockdown.