WAYNE SHORTER GOES FLAMENCO

Benvenuto a OLEANDOLE, un ensemble catalano di flamenco-jazz che è iniziato con una formulazione più ridotta ma è stato ampliato per adattarsi perfettamente a ciò che si è sempre inteso come superband. E no, il prefisso non è frutto di alcuna iperbole, ma di uno sforzo descrittivo. Queste 14 composizioni (anche se quattro o cinque sono piuttosto transizioni o interludi), sono veri pezzi d’oro con cui il repertorio di uno dei più importanti sassofonisti della storia del jazz viene tradotto nelle bussole flamenche della seguiriya o soleá. Questo viaggio molto elaborato attraverso la figura di Wayne Shorter, che coinvolge più di 30 musicisti, è stato concepito come un delizioso tributo e serve, purtroppo, anche come riconoscimento postumo della perdita del rivoluzionario esecutore e compositore del New Jersey. “Wayne Shorter-Goes Flamenco” non è un album fusion, ma piuttosto un abbinamento. Entrambe le musiche conservano la loro essenza e i loro attributi. È vero che le canzoni di Wayne Shorter, uno dei migliori compositori che il jazz moderno abbia mai avuto, suonano qui per soleá o seguiriya, ma né il jazzista ottiene il flamenco né il flamenco diventa cool. Ciascuno conserva la propria identità. Questo album è un progetto collettivo e un melting pot di artisti provenienti da background ed età molto diverse. Fino a 30 dei migliori esponenti del jazz e flamenco spagnoli, alcuni dei quali molto illustri, hanno partecipato con totale dedizione, guidati dalla mano solvente e perché no, brillante di Ramón Olivares, il leader. Un musicista cullato dal jazz, dalla musica latina, dal flamenco e persino dall’opera. Particolarmente sensibile alle sfumature del ritmo, forse fino all’ossessione, ha condotto le registrazioni con mano ferma, tanto che “Oleándole play Wayne Shorter” è un album jazz, un album di flamenco e un ritratto di diverse generazioni di personaggi molto rappresentativi musicisti della scena nazionale.