MELODIC ORNETTE COLEMAN
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Il pianista Joachim Kuhn è già una leggenda del jazz, ma la sua fama ed il suo successo internazionale non lo hanno certo portato a riposarsi sugli allori. Kuhn, alla soglia dei 74 anni, è ancora straordinariamente attivo e presenta oggi un nuovo progetto dedicato a quello che è stato un suo collega e amico, oltre che la sua più importante fonte di ispirazione negli ultimi decenni: Ornette Coleman. Quando Coleman e Kuhn si incontrarono per la prima volta a Parigi nei primi anni Novanta, fu l’inizio di una straordinaria relazione artistica. Dopo il loro primo concerto in duo a Verona, Kuhn divenne l’unico pianista con il quale il sassofonista si esibiva regolarmente in duo. Ciò che i due avevano in comune era soprattutto il fatto di aver compreso i sistemi armonici convenzionali, sia della musica classica che del jazz, al punto che potevano vederne i limiti e quindi hanno continuato a sviluppare i propri sistemi: Coleman aveva la sua Armolodia e Kuhn il suo “sistema aumentato diminuito”. Dall’unione dei loro percorsi nasce “Melodic Ornette Coleman”, la cui genesi è raccontata dallo stesso Kuhn così: «Dal 1995 al 2000 sono riuscito a suonare 16 concerti con Ornette. Prima di ogni concerto ha scritto dieci nuove canzoni, che avevamo poi elaborato e registrato nel suo studio Harmolodic ad Harlem per un’intera settimana. Dal momento che voleva che fornissi, come lo chiamava, le carte (suoni) per le sue melodie, ero direttamente coinvolto nel processo di composizione. Dopo il concerto, questi pezzi erano non ho mai suonato di nuovo, ora sono l’unico che ha tutte le registrazioni e gli spartiti di questi 170 pezzi, quindi ora, dopo circa vent’anni, li ho ricomposti e registrati per pianoforte solo. A parte “Lonely Woman” nessuno di questi pezzi fu mai pubblicato da Ornette Coleman». L’Ornette Coleman che troviamo in questa registrazione è molto più facilmente accessibile del free jazz dei primi anni Sessanta. Il Coleman ascoltato qui è creatore di colorate melodie con profonde radici nel blues. Naturalmente quei colori non sono esattamente quelli che ci si potrebbe convenzionalmente aspettare e lo stesso Kuhn usa il materiale originale come ispirazione per le sue divagazioni musicali, ma ciò che traspare, più che un’ossessiva ricerca sperimentale, è l’imperativo condiviso della creatività e una ricerca musicale che è essenzialmente melodica.
1. Lonely Woman (Rambling)2. Lost Thoughts3. Immoriscible Most Capable of Being4. Songworld5. Physical Chemistry6. Tears That Cry7. Aggregate and Bound Together8. Hidden Knowledge9. Love Is Not Generous, Sex Belongs to Woman10. She and He Is Who Fenn Love11. Somewhere12. Food Stamps on the Moon13. Lonely Woman (Ballad)14. The End of the World (Dedication to Ornette by Joachim Kühn)