Gli studi di Chopin sono tanto banco di prova per giovani pianisti quanto punto di arrivo per molti che hanno dedicato al pianoforte un’intera vita. Se nei primi si apprezza la freschezza dell’interpretazione, nei secondi si ricerca la maturità interpretativa che una vita intera, nelle sue molteplici esperienze, è andata fornendo. Quando ad affrontarli è poi una pianista come Pietro Soraci, tra i più apprezzati interpreti bachiani degli ultimi anni, l’interesse accresce ulteriormente. Dotati di rigore musicale raramente ascoltato unito al virtuosismo proprio dell’interprete, ogni studio si sviluppa all’interno di un pensiero musicale impossibile da descrivere a parole, che mira ad arrivare al cuore più intimo della composizione chopiniana, scevra da ogni sovrastruttura che l’interpretazione post-romantica è andata negli anni ad aggiungersi. Un’interpretazione tanto emozionale quanto della mente che trova il giusto ago della bilancia tra queste due anime e restituisce l’equilibrio di due dei massimi capolavori della letteratura pianistica.
12 Études Op. 10
01. No. 1 in C major[01]
02. No. 2 in A minor ‘chromatique’
03. No. 3 in E major ‘Tristesse’
04. No. 4 in C sharp minor
05. No. 5 in G flat major ‘Black Key’
06. No. 6 in E flat minor ‘Lacrimosa’
07. No. 7 in C major
08. No. 8 in F major
09. No. 9 in F minor
10. No. 10 in A flat major
11. No. 11 in E flat major
12. No. 12 in C minor ‘Revolutionary’
12 Études Op. 25
13. No. 1 in A flat major ‘Aeolian Harp’
14. No. 2 in F minor
15. No. 3 in F major
16. No. 4 in A minor
17. No. 5 in E minor
18. No. 6 in G sharp minor
19. No. 7 in C sharp minor
20. No. 8 in D flat major
21. No. 9 in G flat major ‘Butterfly’
22. No. 10 in B minor
23. No. 11 in A minor ‘Winter Wind’
24. No. 12 in C minor