BEETHOVEN: PIANO MUSIC

Beethoven non ha davvero mai davvero bisogno di una presentazione, la sua musica, in particolare quella sinfonica e pianistica, gode di un rispetto talmente incondizionato da parte di chiunque suoni uno strumento da rendere quasi eccessivamente superflua ogni ulteriore parola. Eppure, è sempre una meraviglia quando un giovane interprete decide di sfidarne la musica, alla pari di uno scalatore che decide di sfidare una impervia montagna. Giuseppe Rossi con questo suo disco di esordio fa esattamente questo portando su disco una delle sonate unanimemente riconosciute come più complesse ed impegnative, la Hammerklavier. Vero e proprio monumento compositivo, al pari di quella che sarà l’ultima delle sue sinfonie, in grado di far tremare i polsi anche i più valenti pianisti, Rossi qui non si lascia intimorire e l’affronta con freschezza e spirito, restituendo un risultato di artista innanzitutto completo, in grado di padroneggiare tutte le innumerevoli sfumature espressive che la partitura richiede. A completare il progetto un altro gigante della produzione del compositore di Bonn, quella Grosse Fuge espunta dal suo quartetto e che trascritta per pianoforte a quattro mani, è tra le opere più visionarie e trascendentali del compositore, vero e proprio sguardo ad un futuro che forse non è ancora arrivato e grattacapo per ogni compositore e musicologo che vi ci sia imbattuto. In coppia con Elisa Viscarelli, anche in questo caso la partitura è affrontata e risolta nelle sue infinite difficoltà contrappuntistiche con piglio sicuro e personale, non tralasciando di mettere in luce nulla di quanto la partitura originale non indichi e preludendo alla nascita di due grandi interpreti beethoveniani.