DON’T TRY THIS ANYWHERE
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Pochi fisarmonicisti sono in grado di andare oltre i limiti del loro strumento e ancor meno sono in grado di farlo come Simone Zanchini. Il virtuoso della fisarmonica è un ex allievo del Conservatorio Rossini di Pesaro e collabora con i solisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano dal 1999. Ha collaborato con molti musicisti di fama internazionale provenienti da diversi background musicali quali: Gianluigi Trovesi, Paolo Fresu, Antonello Salis, Han Bennink, Art Van Damme, Bruno Tommaso, Giovanni Tommaso, Gabriele Mirabassi, Bill Evans, Adam Nussbaum. Il superamento dei limiti che contraddistingue la musica di Zanchini e in particolare questo album, è già nel titolo dell’album, “Do not Try This Anywhere”, un prestito dall’album di Michael Brecker “Don’t Try This At Home”, vincitore del Grammy nel 1988. Con Adam Nussbaum, Zanchini può inserire nel suo quitnetto lo stesso batterista che ha affiancato il leggendario sassofonista tenore. Zanchini onora Brecker attraverso proprie composizioni originali permettendo allo spirito selvaggio e indomabile di Brecker di rinnovarsi durante l’ascolto di tutto l’album. Simone Zanchini suona lontano dagli stereotipi della fisarmonica. Vuole che il suo strumento trabocchi e sovrasti i suoi limiti. La fisarmonica di Zanchini è molto più che acrobatica, riesce a portare l’ascoltatore dai tavolini di un jazz club in cui suona un vecchio pianoforte ai banchi di una cattedrale in cui risuona un maestoso organo: è pura magia.
1. Don’t Try This Anywhere (5:19)
2. Seven Snakes (9:16)
3. Catch The Shadow (9:35)
4. Arturo’s Room Again (7:35)
5. Custom Setup (7:47)
6. Ultimo Atto (9:41)