POPULAJ KANTOJ
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Al suo quarto CD per la nostra etichetta, ecco una nuova prova discografica di Massimo Ferrante che prosegue nel suo impegno di ricerca e riproposta della realtà musicale e sociale dell’Italia meridionale, con particolare attenzione a Calabria, Sicilia, Puglia e Campania. Accompagnato da un gruppo di validissimi musicisti e dalla sua fedele dodici corde, ancora una volta Ferrante dà prova di una vocalità originale, vigorosa ed appassionata, che rende al meglio l’anima della musica mediterranea. Populaj Kantoj è il titolo di una piccola, preziosa antologia della canzone popolare del Sud Italia, un viaggio attraverso regioni e tradizioni, narrato anche in Esperanto per esprimere il desiderio e insieme l’utopia di una umanità capace di comunicare con una sola lingua. La traversata della Calabria inizia con un canto per voce sola, ripreso da un lavoro di Goffredo Plastino, continua con una canzone i cui versi sono attribuiti al brigante Mimmo Strafaci, rievoca le occupazioni delle terre in Calabria rivisitando una canzone di Otello Profazio, presenta con una nuova veste una suadente serenata di Savelli e una briosa tarantella di Acri, e recupera una inedita tarantella Calabro-Lucana, raccolta dall’autore a Tortora. Il passaggio in Sicilia si compie con una ninna nanna di Giuseppe Ganduscio conosciuta nella versione di Rosa Balistreri, una ballata di Vincenzo Lo Iacono che racconta l’eccidio di Bronte del 1860, un canto che narra di chi è costretto a rubare per dar da mangiare ai propri figli, noto nell’interpretazione di Nonò Salamone, un’altra ninna nanna registrata sul campo da Alan Lomax e Diego Carpitella e una delicata canzone natalizia tradizionale. Il percorso prosegue in Puglia con un omaggio a Matteo Salvatore, ripropone una versione della celeberrima Tarantella del Gargano, e approda in Campania con i versi scritti dal comitato mogli degli operai Fiat di Pomigliano D’Arco insieme ad Angelo De Falco dei Zezi, sulla melodia di una canzone di Edith Piaf, per concludersi con una struggente serenata, e infine con un beffardo canto di cantina dell’avellinese. Un album denso di umori antichi e insieme attuali, che affonda le radici nella tradizione storica ma eleva i gesti e i sentimenti, le vicende e gli usi di piccole comunità della civiltà contadina del Sud Italia a emozioni e valori universali.
1. Volìa jettari ‘nu lignu ‘nta mar i 2.06
2. ‘A spuntunèra 5.02
3. Melissa 3:50
4. Susèti ca ti cantu 3.58
5. Stilla chjara 5.18
6. Tira nimicu miu 2.19
7. ‘A manu ‘mpettu 2.40
8. Tarantella scustumata 7.14
9. Ninna nanna di la guerra 2.25
10. Arrivaru i cammisi 3.07
11. Figli d’oru e figli d’argentu 2.15
12. Favi amari 2.35
13. Sutta ‘npedi 3.40
14.Lu polverone 2.53
15. Tarantella del Gargano 5.53
16. Non lavoro più … in FIAT 3.22
17. Serenata 2.48
18. Tutta pelosa 1.47