Le notizie biografiche riguardo Giovan Battista Gervasio sono poche e frammentarie. Non si conoscono i suoi esatti estremi biografici ma si ipotizza essere nato a Napoli nel corso della terza decade del ‘700 e morto dopo il 1786, data di pubblicazione dell’ultima composizione pervenuteci a stampa. L’oggetto di questa registrazione è l’esecuzione delle sei sonate manoscritte, conservate a Uppsala e Parigi, il corpus completo delle sonate di Gervasio attualmente conosciute. InchordisTrio, fin dalla sua formazione, si è confrontato con le sonate per mandolino e basso continuo di Giovan Battista Gervasio e nel corso degli anni le ha proposte nei programmi concertistici. Musica molto interessante – a tratti anche sorprendente – che pur nella sua ruvida semplicità formale risulta particolarmente efficace ed in grado di calarci nell’atmosfera barocca napoletana del xviii secolo, attraverso una serie di stilemi propri del procedere compositivo tipicamente partenopeo, con soluzioni melodiche godibili e accattivanti, in grado di coinvolgere piacevolmente ascoltatori ed esecutori. La composizione di InchordisTrio, formata esclusivamente da strumenti a pizzico, stimola una ricerca esecutiva e una concertazione del basso continuo piuttosto peculiare, giocata sull’avvicendamento tra strumenti accompagnatori, sull’alternanza di pieni e vuoti, di timbri, nonché attraverso piccoli scambi melodici tra mandolino, arciliuto e cembalo.
1-3. Sonata in Re Maggiore Gimo 144
4-6. Sonata in Do Maggiore l 2767
7-9. Sonata in Re Maggiore Gimo 142
10-12. Sonata in Re Maggiore l 2768
13-15. Sonata in Re Maggiore l 2082
16-18. Sonata in Sol Maggiore Gimo 145
