ECLECTRICITY

Tricycles non è semplicemente un altro trio, almeno non per noi. Per motivi personali John ha continuato a far la spola tra Roma e New York, dov’è nato, fin dagli anni Settanta, alla fine dei quali già suonavamo occasionalmente insieme. Con Dario ci frequentiamo da un buon ventennio, ovvero da quando irruppe sulla scena come il fenomeno del basso elettrico che oggi tutti conoscono. I due hanno in seguito partecipato ad alcuni miei progetti e anch’io, saltuariamente, ho partecipato a gruppi di loro leadership. È stato insomma un sodalizio a fasi alterne ma piuttosto continuativo, che oltre a sviluppare un’amicizia ha anche svelato una sostanziale condivisione di intenti e vedute sul piano musicale e artistico. Poi a un certo punto è nato questo trio. Se dovessi descrivere in due parole la chiave del nostro lavoro direi che, a prescindere da qualsiasi ciclica tentazione (o divertimento) di genere, il nostro obiettivo è sempre stato quello di usare il trio come una zona franca a garanzia della creatività e della sacralità della performance, dove produrre una musica il più possibile genuina ed estranea a qualsiasi contestualizzazione. Col nome Tricycles questo trio suona da almeno una decina d’anni: abbastanza tempo da farmi dimenticare quando e dove abbiamo fatto la prima data con questo nome. Paradossalmente quello che avete in mano è il nostro primo disco, per buona pace dei nostri fan che avevano perso ogni speranza (la dichiarata scelta poetica di Tricycles è stata finora quella di esistere solo come gruppo live). Attenzione, comunque: il trio è in evoluzione continua, dunque la musica di questo disco è la fotografia di Tricycles al novembre 2010. Magari qualche tempo prima, o dopo, avremmo fatto roba completamente diversa. Forse ora è il caso di fare altre fotografie…
Maurizio Giammarco