POURQUOI TOUT CA?

Una nuova generazione di artisti si sta affacciando con sempre maggiore convinzione sulla scene musicali, rivelando quale enorme serbatoio di talenti ancora sconosciuti sia il continente africano. Sono trentenni che in patria hanno accumulato già notevoli esperienze, hanno studiato la tradizione e sviluppato a lungo le loro inclinazioni sullo strumento sia da autodidatti sia “andando a lezione” dai grandi del loro paese. Quasi sempre le difficoltà a mantenersi con la musica in un mercato locale che è costituito per la quasi totalità da incisioni pirata, problemi che vanno a sommarsi alle difficoltà più generali che vive il continente, obbliga molti artisti a rivolgersi ad altre attività lavorative, oppure a tentare la via dell’emigrazione. Il percorso umano e artistico di Lao Kouyate è perfettamente aderente a questo ritratto con i pregi e i difetti che esso comporta. Perché se da un lato è necessario patire sofferenze e disporre di una grande forza d’animo per non scoraggiarsi di fronte agli ostacoli, dall’altra il superamento delle difficoltà non può che restituirci un musicista di valore, consapevole dei suoi mezzi e capace di esprimere al meglio le sue possibilità. Il senegalese Lao Kouyate ha avuto la fortuna di crescere in una famiglia di griot e, fedele agli obblighi di questa particolare casta, non ha potuto fare a meno di imparare a suonare la kora, strumento principe della tradizione, esibendosi sin dalla più tenera età nelle occasioni rituali della comunità. Il successivo trasferimento nella capitale Dakar gli ha aperto nuovi orizzonti, offrendogli la possibilità di ascoltare e suonare con i più importanti artisti del suo paese e anche di rendersi edotto sugli stili e sulle musiche che provengono dal mondo occidentale, che ha cominciato a frequentare a partire dal 2000. La sua partecipazione a festival e rassegne lo ha messo altresì in contatto con gruppi e musicisti di altre latitudini (tra gli altri: Mau Mau, Canto Discanto, Sainkho Namtchylak ) con i quali ha avuto modo di sviluppare feconde collaborazioni. Oltre a un’indiscutibile capacità di “far cantare” la sua kora Lao Kouyate dimostra in questo disco di possedere anche notevoli capacità di poeta. I testi dei brani presentati sono pervasi da una pregevole vena lirica che sottolinea senza enfasi gli eterni temi dell’amicizia e dell’amore, ma che non dimentica di parlare della quotidianità; tra gli altri argomenti c’è poi il dolore conseguente alla divisione delle famiglie, costrette ad abbandonare i propri figli quando emigrano; e non mancano le ironie sul mondo della musica (“Bi Bo”). Trova spazio infine il grido disperato lanciato affinché cessino le guerre e tutti si possano mettere a danzare e cantare nella pace.