INSIDE TIME

Il punto di partenza è la chitarra: elettrica, acustica, carica o meno di effetti; alla guida del trio o spina dorsale del quartetto; solista o impegnata a sostenere le evoluzioni degli altri strumenti. E, di conseguenza, si muove la musica: moderna, mainstream, attenta alle varie evoluzioni stilistiche o semplicemente, si fa per dire, al servizio delle melodie. Mauro De Federicis scorre la linea temporale delle tradizioni e della storia del jazz per mezzo di salti, anche netti, nelle varie direzioni. Atteggiamenti, dinamiche e atmosfere, di volta in volta diverse, sganciano il lavoro del chitarrista dal dover rincorrere un punto di riferimento esterno o estraneo alle necessità del brano. De Federicis punta alla passione, si concentra completamente sul feeling da riversare nella musica a tutto vantaggio della fluidità di temi e improvvisazioni, dell’intensità delle ballad e del tiro dei brani ritmicamente più sostenuti. Il dialogo con le eredità del jazz, la voglia di porre i propri passi nelle orme di chi ha reso immortale questa musica, si ritrova anche nelle evoluzioni di alcuni temi celebri verso una riscrittura, come accadeva nella migliore pratica dei boppers, per rendere così una personale visione delle possibilità e delle suggestioni
contenute in quelle progressioni armoniche. La versione acustica e in trio, dilatata e lievemente alterata, di Samba pa ti, una delle melodie più conosciute di Santana diventa un buon esempio per rivelare l’approccio seguito in Inside time: il tema resta riconoscibile e mantiene intatto il portato melodico, l’intervento del chitarrista affronta il brano da tutte le prospettive per manipolarlo. Un’operazione condotta nel corso di esecuzioni,
prove, ripensamenti e riascolti che, passo dopo passo, aggiungono sempre nuove, piccole quanto sostanziali modifiche per giungere al risultato che ascoltiamo nel disco. La ricerca di nuovi colori trova una sponda nelle esperienze e nel bagaglio ormai consolidato e riconosciuto presente nel suono di Ionata, Pesaresi e Colella. La combinazione dei vari ingredienti offre una tavolozza ampia, utile per consentire alla scrittura e alla disposizione quello sviluppo vario e aperto di cui si accennava sopra. Mauro De Federicis traccia in questo modo un panorama, visto attraverso le sei corde, delle sue esperienze e del suo modo di intendere il jazz. Inside time ci consegna un musicista maturo, capace di muoversi con personalità in territori stilistici differenti e, soprattutto, intenzionato a proseguire con curiosità l’esplorazione.Fabio Ciminiera