FAURÉ, REAVEL, DE FALLA, PROKOFIEV
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Miroirs (Specchi) sono pezzi chiaramente descrittivi, ispirati a motivi presi dalla realtà: le farfalle notturne in Noctuelles, gli uccelli persi in una foresta in Oiseaux tristes, i paesaggi marini in Une barque sur l’Océan, le notti di Spagna in Alborada del Gracioso e infine il festoso suono delle campane in La vallée des cloches. Ma è solo un inganno: la scrittura per pianoforte di Ravel è, in fondo, metafisica, astratta, misteriosa: una pittura sonora che invece di avvicinarsi dolorosamente ci allontana da ogni epifania della realtà. Il pianismo di Prokof’ev, come quello di Ravel, risponde a una ricerca sonora puramente astratta: l’oscillazione tra dissonanza e consonanza nel primo movimento, l’assoluta purezza del canto nel movimento centrale, il carattere ossessivamente percussivo della scrittura per pianoforte in quello finale . La trascrizione per pianoforte della cosiddetta Danza del fuoco, isolata dal suo contesto narrativo, riesce solo in parte a restituire la vistosa ricchezza timbrica e cromatica dell’orchestra di De Falla. E si risolve in un brano virtuosistico magnetico e accattivante, ma fatalmente lontano dalle seduzioni sonore della versione orchestrale. Pur essendo una pagina giovanile, la Pavane evidenzia i tratti più maturi dello stile di Fauré: il gusto per le armonie modali, l’ambito ampio e rilassato del corteo tematico, il gusto per i profili melodici morbidi e ondeggianti.
1. Pavane Op. 50
2. Noctuelles
3. Oiseaux tristes
4. Une barque sur l’Oce´an
5. Alborada del gracioso
6. La valle´e des cloches
7. Dance rituelle du feu
8. Allegro inquieto
9. Andante caloroso
10. Precipitato