In musica, i “modi” sono sistemi per organizzare le altezze. La tradizione classica occidentale ha permesso l’emergere di due modi principali (il maggiore e il minore), ma sia la musica sacra sia quella popolare hanno continuato a impiegare un maggior numero di modi. Essi forniscono quindi ai compositori moderni nuove risorse per una più grande varietà melodica. Béla Bartók si rivolse alla musica popolare e ai suoi modi per ringiovanire il linguaggio musicale. Raccolse migliaia di canti popolari ungheresi e li impiegò nelle sue opere, tra cui i Tre canti popolari ungheresi del distretto di Csík, basati su melodie suonate da un vecchio flautista, le 15 Canzoni contadine ungheresi, scritte prima e dopo la Prima guerra mondiale, e le magnifiche Otto improvvisazioni su canzoni contadine ungheresi, in cui il materiale popolare è splendidamente incorporato nello stile di Bartók. Questo album comprende anche alcune opere di G. D’Amico, scritte tra il 2021 e il 2023. Come abbiamo visto, infatti, le opere di Bartók eseguite in questo CD sono fortemente debitrici nei confronti della tradizione popolare da lui amata e studiata. Due delle conseguenze immediate di questo debito di riconoscenza si trovano nell’uso di ritmi variati e dei modi melodici. Anche nelle opere di G. D’Amico troviamo un ampio uso della modalità, sia nei brani chiamati Impressioni modali sia nelle Danze fantastiche. Quest’ultimo ciclo è particolarmente vicino alle opere di Bartók (in particolare ai 15 Canti contadini ungheresi), direttamente ispirate alla danza popolare.
