Nei suoi dieci anni di storia, la Jazzrausch Bigband si è affermata come un’istituzione che rende possibile l’impossibile: il jazz incontra la techno e la big band? Nessun problema. Concerti da tutto esaurito in electro club, festival jazz e luoghi classici? È tutto pronto! E chi pensa che lo spettro musicale della band non possa essere più ampio sarà smentito dai suoi arrangiamenti di musica classica.Dopo le nuove versioni della musica di Gustav Mahler e Ludwig van Beethoven, “Bruckner’s Breakdown” è ora l’album più insolito dell’Anno Bruckner 2024. Il compositore interno al Jazzrausch Leonard Kuhn trasporta le sinfonie di Bruckner e le composizioni originali basate su di esse per lo più in un formato di canzone frizzante, quasi pop-oriented – con groove intensi e spesso con forza avvincente, ma anche con molta raffinatezza e una formazione da big band allargata a corno, percussioni, fagotto e tre archi. Nonostante tutto questo, c’è ancora molto spazio per il “jazz” in “Jazzrausch” e l’ensemble si presenta ancora una volta non solo come un’unità perfettamente funzionante, ma anche come un’unione di brillanti solisti individuali.Bassi fondamentali, musica sinfonica sottile e libertà d’improvvisazione nell’interazione: dove altro è così convincente come qui…?