ARIAS IMPURAS

Quando si ascolta quest’opera unica, questa selezione di capolavori operistici, si può intravedere l’impronta intenzionale del flamenco su una musica che non è affatto flamenco nella sua natura. Ne percepiamo il battito del cuore, il respiro, con totale rispetto, senza stridore, senza essere prepotente, anche se tutto suona rinnovato. Così Romero ha voluto che si svolgesse questo lavoro, il flamenco non forzato, anche dolce, è quel linguaggio inconfondibile con tutta la sua emotività espressiva. La sua intenzione è anche quella di mostrare a tutti che il flamenco è una musica piena di maturità in cui è stato costruito lentamente e faticosamente, generazione dopo generazione, con un linguaggio così ricco e sofisticato che gli permette di avvicinarsi a qualsiasi musica. L’immensa ammirazione che Romero prova per i grandi maestri della storia della musica classica si riflette chiaramente nella massima cura riposta in ogni nota. Non ha voluto solo interpretare la loro musica, ma abbracciare, rafforzare i legami con questi stili musicali e con i loro creatori, due mondi che sono stati troppo distanti per troppo tempo. L’orchestra accoglie calorosamente e saggiamente la struttura armonica della chitarra di Romero, che ha voluto abbracciare il flamenco, l’andaluso nel suo insieme, aggiungendo voce e danza, consentendo l’incontro e il contrasto di entrambe le forme espressive, stabilendo così un legame totale tra i due mondi attraverso straordinari e preziosi collaborazioni che mettono la ciliegina sulla torta a questo lavoro appassionante e laborioso.