ARTE
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Bungaro è uno dei cantautori e autori più apprezzati dalla critica italiana. Muovendosi tra diversi territori dell’arte, frequenta la canzone d’autore, il cinema e il teatro. Cinque album alle spalle ed una serie di collaborazioni con grandi artisti e musicisti sia italiani che internazionali: Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Youssou N’dour, Ian Anderson, Stefano Di Battista, Guinga, Ambrogio Sparagna, Ferruccio Spinetti, Neri Marcorè, Rocco Papaleo, Omar Sosa. Tra le grandi interpreti femminili: Ornella Vanoni, Fiorella Mannoia, Syria, Antonella Ruggiero, Nicky Nicolai, Lucilla Galeazzi, Aisha Cerami, Tinkara, Kay McCarthy, Daniela Mercury, Paula Morelembaum. “Arte” è un disco che contiene dentro di sé due mondi: uno sognante e uno reale, nel senso che è più vicino alla vita, più di quanto si possa immaginare. Non insegue una moda ma segue un percorso preciso, nei suoni e nei testi. Le canzoni sono scritte e pensate da Bungaro e Pino Romanelli in un gioco unico e complice, sperimentato nel corso di questi anni attraverso i brani scritti per i maggiori artisti italiani. Piccole “composizioni”, che dal centro del loro essere trasmettono un flusso energico e profumato come un’essenza. Poi le voci, quella di Bungaro e le altre: Paula Morelenbaum, Fiorella Mannoia, Lucilla Galeazzi, voci di donne che vivono fortemente il loro tempo. Dove ci sono i sogni ci sono le immagini. Come per esempio l’ironica e visionaria partecipazione di Neri Marcorè o l’irruenza popolare della fisarmonica di Ambrogio Sparagna, e l’emozione virtuosa della chitarra di Guinga, compositore e già collaboratore di Chico Buarque e Sergio Mendes. Al mondo sognante entra prepotentemente la poesia di Sergio Endrigo sostenuta dal piano del grande musicista cubano Omar Sosa e dalle invenzioni sorprendenti del contrabbasso di Ferruccio Spinetti per una tessitura musicale di grande fascinazione. Michele Ascolese arrangia con la sensibilità musicale che gli è propria, affermando e condividendo un percorso già tracciato con Fabrizio De Andrè. Il maltese Aidan Zammit già collaboratore di Nicola Piovani, Vincenzo Cerami e Niccolò Fabi, arrangia un’altra buona parte del disco, conferendogli un universo di soluzioni armoniche e melodiche sorprendenti, affidate ad una orchestra d’archi di venticinque elementi.