BLUESTHETIC

Il maestro del trombone Steve Davis ha assemblato un sestetto straordinario con una storia condivisa di tre decenni per il suo ultimo album “Bluesthetic”: il chitarrista Peter Bernstein, il vibrafonista Steve Nelson, il pianista Geoffrey Keezer, il bassista Christian McBride e il batterista Willie Jones III. In ciascuna delle sue tre precedenti uscite per Smoke Sessions, il trombonista Steve Davis ha assemblato un sestetto stellare con alcuni dei musicisti più decantati del jazz moderno. Con “Bluesthetic”, Davis lo ha fatto di nuovo, ma questa volta con una svolta: invece di arruolare altri suonatori di fiati, ha ampliato le possibilità armoniche dell’ensemble con il chitarrista Peter Bernstein e il vibrafonista Steve Nelson. Nel processo ha riunito la prima linea dal suo album del 1998 “VIBE UP!” per la prima volta in più di vent’anni. Una prima linea stellare ha bisogno di una sezione ritmica altrettanto dotata e Davis ha superato se stesso nel metterne insieme una potente: il pianista Geoffrey Keezer, il bassista Christian McBride e il batterista Willie Jones III. Oltre a raccogliere semplicemente sei delle voci jazz più acclamate della loro generazione, tuttavia, la band rappresenta una rete di relazioni musicali che risale a decenni fa, il che rende già la musica vibrante e molto più avvincente. “Registrare questo album è stata una specie di riunione di famiglia”, dice Davis. “È stata una gioia assoluta avere tutto questo gruppo insieme”. Il titolo ibrido di Bluesthetic cattura qualcosa di essenziale nella musica di Davis, una combinazione dell’apprezzamento della bellezza artistica suggerito dall'”estetica” combinato con l’influenza fondamentale del blues. “Con la mia musica, il blues troverà sempre la sua strada”, spiega Davis. “Non mi allontanerò mai troppo dall’avere qualche elemento di quella lingua. Non posso farne a meno; è ciò che amo. E rappresenta sicuramente il modo in cui questa particolare band si avvicina alla musica jazz”.