Esiste un legame prezioso tra Johannes Brahms e il repertorio per pianoforte a quattro mani. Si è spesso ritenuto che le sue pagine scritte per due pianisti alla stessa tastiera fossero degli schizzi, una sorta di “vignette” preliminari per il ricco “affresco” musicale che sarebbe seguito; il senso di quei lavori però era diverso. Non erano semplici versioni preliminari, ma alternative: hanno messo alla prova forme e strutture in vista di una futura elaborazione, ma hanno anche onorato pienamente le capacità espressive del pianoforte. Anche quando Brahms sembrava invece avvicinarsi alla “riduzione” a quattro mani, vale a dire trascrizioni che prendevano il senso opposto, rendendo suonabile su un solo pianoforte una composizione precedentemente pubblicata in una versione d’insieme, il risultato è stato lo stesso: la creazione di un parallelo all’opera incontaminata, indipendente da essa.
Quartetto Op. 51 nr. 1 in Do minore
Quartetto Op. 51 nr. 2 in La minore
Quartetto Op. 67 in Si bemolle maggiore
Quartetto Op. 25 in Sol minore