DUOLOGUE

Le storie di Alfredo Rodriguez e Pedrito Martinez possono sembrare simili: entrambi sono nati a L’Avana, città in cui hanno scoperto il loro talento musicale prima di trasferirsi negli Stati Uniti, dove hanno fuso la musica della loro terra con una grande varietà di influenze, entrambi in modo molto personale. Scendendo nel dettaglio si vede però quanto siano stati diversi i loro percorsi. Rodriguez è nato in una famiglia di musicisti, suo padre è stato un popolare cantante e conduttore televisivo. Bambino prodigio, ha studiato pianoforte classico presso il Conservatorio Amadeo Roldán e l’Instituto Superior de Arte mentre suonava nell’orchestra di suo padre. Durante l’esibizione al Montreux Jazz Festival del 2006 è stato scoperto dal suo futuro mentore e produttore, il leggendario Quincy Jones. Martinez nvece, ha affinato il suo talento per le strade dell’Avana, imparando le percussioni e lo stile vocale della musica folclorica e religiosa afro-cubana. Arrivato negli Stati Uniti nel 1998, Martinez ha subito raggiunto il primo posto al Thelonious Monk Institute of Jazz International Afro-Latin Hand Drum Competition ed è apparso nel film documentario “Calle 54”. Pedrito ha poi suonato o registrato tra gli altri con Wynton Marsalis, Sting, Bruce Springsteen, Paul Simon, Angelique Kidjo, Chucho Valdés e James Taylor. Nonostante le loro differenze, Rodriguez e Martinez condividono un’intesa naturale come mostra questa prima registrazione uscita in duo, intitolata “Duologue” e pubblicata dalla Mack Avenue Records. N questo disco i due musicisti esplorano un’ampia serie di generi e influenze, passando da interpretazioni di classici cubani a composizioni originali e riletture di brani inaspettati. «Ciò che rende questo duo così particolare è che io vendo dal mondo folklorico e Alfredo da quello classico – spiega Martinez – Metti insieme questi due mondi e ottieni suono straordinario e unico. Alfredo ha intuizioni brillanti come compositore ed è stato facile mixare e assorbire le sue idee e viceversa». La maggior parte dei pezzi originali dell’album è scritta da Rodriguez, che inviava a Martinez demo su cui comporre testi e schemi ritmici. I brani sono stati ulteriormente consolidati prima della registrazione vera e propria, e poi perfezionati dal produttore Quincy Jones. Mentre le nuove composizioni sono una conferma del poliedrico talento dei musicisti, la loro scelta di cover è più sorprendente. Le idee più originali vengono da Rodriguez, che già da tempo sui social media si diverte a suonare classiche canzoni pop nello stile della timba, la musica popolare cubana che divenne una mania tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta.