EMILIA D’HERCOLE
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Il nuovo album del Collettivo Decanter è ispirato al mare. È stato ideato nel settembre 2017 quando il gruppo ha vinto un soggiorno per una residenza artistica di una settimana a Rio Marina, sull’isola d’Elba, nell’ambito del progetto L’Elba del Vicino. Sono stati giorni artisticamente molto fertili, grazie al mare e alle miniere di Rio, ma soprattutto per il contatto con le tradizioni e le leggende dell’isola che hanno ispirato alcuni dei brani contenuti nell’album e che ne costituiscono il nucleo centrale.
Apre l’album la leggenda di Malopescio, un pescatore locale, odora di zolfo, di streghe e fattucchiere. È ambientata a Capoliveri che un tempo veniva chiamato il paese delle streghe. E contiene una magnifica interpretazione del diavolo, da parte del cantante Riccardo Ruggeri .
Il Mago Chiò è il nome che si era scelto Francesco Grassi, un artista analfabeta che visse a Portoferraio nel XIX secolo. Divenne una figura leggendaria anche al di fuori dell’Isola d’Elba per la sua smania arrampicarsi sugli edifici per scrivere il proprio nome a caratteri cubitali in ogni dove. Infine morì per amore.
Emerge su tutte la storia di Emilia d’Hercole, meglio nota come la storia di Barbarossa e il bambino, che affonda le radici nel 1500. Per la suggestione indotta nei musicisti del collettivo, Emilia d’Hercole è il brano che dà il titolo al nuovo album.
Ancora di mare parla Meu Navio, una canzone in portoghese, nella quale il porto è un luogo in cui riposare. Silvia Donati e Gabriella Beccari addolciscono con voci e percussioni l’impronta di nostalgia tipica della musica lusitana.
In qualche modo di ispirazione ecologica è il brano CO2: si parla di atomi e molecole e della loro straordinaria influenza sull’amore.
Segue un brano strumentale, Plancton, intessuto di ricami alla chitarra a cui si aggiungono a metà percorso l’organetto diatonico e il pianoforte.
Chiudo le finestre è un brano del cantautore toscano David Ragghianti. Tra le suggestive onde create dall’ intrecciarsi di chitarra e kalimba e le nostalgiche note del low whistle, il racconto di un mare in tempesta che genera confusione nell’animo.
Vola più in alto è una canzone dedicata ai bambini, nostro futuro, ma anche al nostro bambino interiore. Un augurio a liberarsi dalle catene e a seguire i sogni, impreziosito dalla poliedrica voce di Luisa Cottifogli .
Polenta e biòrro è il brano che chiude l’album e che, quasi a simboleggiare il rientro del Collettivo Decanter dopo l’esperienza elbana, ci porta in Piemonte e in particolare nelle Valli di Lanzo. Una cantilena tradizionale nella valle di Viù e della quale non esiste una traccia sonora o uno spartito musicale. Le due strofe in ‘patois’ sono giocate su un ritmo di tarantella miscelata con una altrettanto tradizionale Monferrina e arricchita, come Emilia d’Hercole, dalla partecipazione dell’ensemble piemontese Folkestra&Folkoro .
La poesia che precede Emilia d’Hercole è di Pedro Salinas, Mare Lontano (1931), voce recitante di Giorgio Perona.
Il disegno di copertina è l’opera “Name of the rose” dell’artista ungherese Győrfi András che aveva già firmato il primo album del Collettivo Decanter, “Aria con da capo”.
1. Malopescio 3:48
2. Mago Chio` 4:52
3. Mare lontano 0:42
4. Emilia d’Hercole 6:01
5. Meu navio 3:47
6. Plancton 2:20
7. Chiudo le finestre 4:32
8. Co2 3:20
9. Vola piu` in alto 4:27
10. Polenta e bio`rro 2:57