Giuseppe Verdi voleva che la sua settima opera fosse appassionata, infuocata e ricca di azione, e voleva una vera primadonna al centro della scena. Trovò il soggetto ideale in una delle figure femminili più famose della storia del mondo: Giovanna d’Arco. Verdi fu molto soddisfatto del libretto di Temistocle Solera. Era, scrisse nell’agosto del 1844, “quasi di una bellezza insolita”. In effetti, il ruolo del titolo conferisce uno speciale splendore all’opera, che non è necessariamente uno dei ruoli più importanti del compositore nel repertorio odierno. Tuttavia, fu celebrato dal pubblico della prima, e il giorno dopo la prima Verdi scrisse all’amico Francesco Maria Piave: “Senza eccezione e senza dubbio è la migliore delle mie opere”. Seguirono alcune rappresentazioni di successo, ma poi l’opera svanì nell’ombra delle opere successive di Verdi, ancora più famose. È giunto il momento di riportarla alla luce!