HOT CLUB
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L’ORCHESTRA COCÒ torna a distanza di un anno dall’uscita di Passepartout – Canzoni d’amore con un nuovo CD, Hot Club, che segna una naturale evoluzione del percorso artistico del gruppo. L’anno intercorso tra i due lavori è stato infatti molto intenso, caratterizzato da numerosissimi concerti e incontri importanti come quello con Lollo Meyer e Andy Aitchison o quello con Giorgio Conte, ospite nel disco.
Il trio, come si può ascoltare nei 18 brani, è giunto ad una maturazione del proprio stile, ormai inconfondibile. Curiosando nella lista di Hot Club, la parte dei brani in inglese è più cospicua rispetto al lavoro precedente. Come si evince anche dal titolo si è voluto approfondire ciò che ci è giunto dagli States. E proprio dall’America che derivano infatti gli standard contenuti in Hot Club.
Cheek to Cheek, I Know Why, It Never Entered My Mind, Sweet Lorraine, Blue Skyes, Starway To The Stars,. L’ORCHESTRA COCÒ attinge a piene mani dai classici del repertorio di Nat King Cole e dei grandi crooner americani.
La continuità con Passepartout si evidenzia nella parte del repertorio cantato in italiano. Il brano di apertura, in cui i vocalizzi di Lucio Villani si trasformano a poco a poco nel’entusiastico Mamma mi piace il ritmo, è un ennesimo omaggio a Natalino Otto e segna la volontà principale del trio, ossia quella di sottolineare l’importanza dell’accoglienza europea allo swing americano. Ed è proprio il desiderio di svelare ciò che vive oltre l’oceano, quello di un Cristoforo Colombo descritto da Buscaglione in Voglio scoprir l’America, brano che identifica il cartello programmatico di HOT CLUB. Immaginate infatti cosa avreste potuto ascoltare se il Quintetto dell’ Hot Club De France avesse suonato insieme a Nat King Cole e a Natalino Otto?
L’Orchestra Cocò l’ha fatto per voi ed ecco che incide in Italiano, come fece appunto Otto, un’intima versione di Nature Boy (Ricordati Ragazzo), e l’evergreen col titolo italiano Da Te era Bello Restar. Ma il trio va oltre, si affida alla collaborazione di Andrea Belli per tradurre dal francese e registrare una versione del tutto originale nel testo di Melodie au Crepuscole che ci ricorda quanto Django Reinhardt rimane l’ispiratore principale dei nostri Cocò.
Ancora in italiano, il ritratto della spensieratezza bohémienne in Camminando sotto la pioggia, alcune strofe di Cheek to Cheek, prese in prestito sempre a Natalino Otto che la cantava insieme alla moglie Flo Sandon’s, che guarda caso negli anni fu anche ispiratrice di Nat King Cole. Poi ancora una particolare versione, sempre in italiano di My Favorite Things. Merita una menzione a parte, Gne Gné. Da diverso tempo il brano del cantautore Giorgio Conte, è entrato spontaneamente a far parte del repertorio Cocò e qui la presentano insieme all’autore.
In Porto Cabello, brano poco frequentato dagli eredi di Django, Creni può esprimersi al meglio e il trio riprende a funzionare nella maniera in cui è nato, suonando lo stile manouche con un interpretazione originale ma nel rispetto della tradizione.
Continuando a leggere i titoli di Hot Club, si notano ancora due brani in Italiano. La loro storia è però recente, anzi agli esordi. Si tratta infatti di due composizioni originali marchiate Cocò in cui il trio per la prima volta si cimenta. Chiude il disco un omaggio a Macario che è un affettuoso saluto al pubblico, ormai adottato a chiusura dei numerosi concerti dell’Orchestra.
1. Mamma mi piace il ritmo
2. I know Why
3. Cheek to cheek
4. My Favorite Things
5. Camminando sotto la pioggia
6. Anche se
7. It never entered my mind
8. Porto Cabello
9. Ridi
10. Sweet Lorraine
11. Gnè gnè
12. Blue Skies
13. Melodie au crepuscule
14. Voglio scoprir l’America
15. Ricordati ragazzo (Nature Boy)
16. Stairway to the Stars
17. Da te era bello restar
18. Mercì Beaucoup … Urca Urca Tirulero