IN THE PARK
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Realizzare un disco non è mai un’impresa semplice. Che a dare il “la” per il primo passo siano l’urgenza compositiva o espressiva – o entrambe – l’atto di scrivere e pubblicare un disco meriterebbe sempre un’attenta e consapevole decisione, poiché la verità è che quella musica resterà e perdurerà nel tempo, incisa su un supporto plastico o condivisibile in forma binaria, a riprova di quella stessa fatidica decisione. Spesso però, soprattutto negli ultimi anni e con il complice avvento del digitale – anche negli studi di registrazione – ci si è ritrovati dinanzi ad una lunga serie di produzioni, quindi scelte, poco ben ponderate o magari frutto di un ennesimo narcisistico esercizio di stile, piuttosto che di una mera necessità comunicativa. Ma – e per fortuna esiste sempre un ma – la bellezza risiede nelle eccezioni. Aprire la finestra al primo tiepido sole primaverile, dopo un lungo, freddo, monotono inverno. E’ una bellissima immagine, vero? Dà una sensazione di leggerezza, di rinnovata bellezza, di positiva speranza. E’ questo ciò che ho provato ascoltando “In The Park” per la prima volta. Per essere del tutto sinceri, la mia è una gioia doppia perché ho ricevuto l’onore di introdurlo, conscio del fatto che fosse il frutto delle fatiche e dei sacrifici di un uomo e musicista che conosco da moltissimi anni e con il quale sono sempre stato – con tutto ciò che l’esserlo implica – onesto fino in fondo. Marco Boccia arriva a questa sua “opera prima” dopo un lungo cammino, fatto di tanti anni vissuti con rara umiltà, curiosità e grande sensibilità a servizio della musica e dopo aver già condiviso con altri musicisti – incluso chi scrive – alcune sue pregevoli composizioni. La sua è una scrittura attenta e profonda, lirica, onirica, romantica, rispettosa del proprio passato ma al tempo stesso attuale, curiosa, appassionata, temeraria; è quindi quanto mai naturale ritrovare, nel fluire della musica, gli echi di tutte le esperienze e dei tanti mondi musicali vissuti finora e che hanno fatto di lui il musicista e l’uomo che è oggi. Anche le scelte esecutive ne sono prova tangibile. Nulla è lasciato al caso. Originale ma non per questo mai invadente con il suo strumento – sintomo di grande intelligenza -, Boccia rivela puntualità e intuito anche nella scelta dei propri compagni di viaggio: Marino Cordasco al pianoforte e Gianlivio Liberti alla batteria completano, con la loro ottima esecuzione e sentito interplay, quella gamma di colori che permettono al leader di regalarci, con questo disco, otto tracce da ascoltare d’un fiato, otto istantanee da osservare, otto esperienze da vivere e condividere. “In The Park”, in buona sostanza, racchiude in sé quell’insieme di elementi che, per mio modesto sentire, fanno di un disco – specialmente un “primo disco” – ciò che dovrebbe essere: una personale, consapevole, onesta dichiarazione di se stessi al mondo. Kekko Fornarelli
1. In the Park2. Radiokomedill3. Unarmed Son4. La petite blonde5. Tango degli amanti6. One Step to Fall7. Breathless8. Liv Love