Orlando Andreucci è una voce profondamente italiana nell’ambito della canzone d’autore, basta ascoltarlo per pochi istanti per rendersene conto. Qualora foste in cerca di epigoni senza carisma del jazz d’oltre oceano o di toni gridati non fategli caso, non fa per voi. Per lui è più calzante la definizione di cantastorie; non uno di quei cantastorie aggressivi e troppo polemici, ma invece un sapiente affabulatore al quale basta imbracciare la chitarra (dalla quale non si separa mai) ed intonare qualche nota con quella sua voce graffiante e sorniona, per suscitare attenzione da parte del pubblico. Le sue canzoni sono piccoli cammei ed ognuna racconta storie quotidiane di passioni ed abbandoni, drammi profondi, voglia di libertà. La sua musica sembra aver stretto un patto di sangue con la bossa nova, ma anche con un jazz estremamente delicato ed ammaliante, il tutto intramezzato da atmosfere tipicamente mediterranee. Complice di questo suo ultimo lavoro dal titolo “Istinto di conservazione” è il duo formato da Primiano Di Biase alla fisarmonica ed Ermanno Dodaro al contrabbasso. Si tratta di musicisti con esperienze che spaziano dalla composizione alla musica di quasi tutti i generi ed il risultato del loro incontro è un dialogo costante, e mai scontato, tra voce e strumenti, in un excursus che tocca tanti stili musicali oltre a quelli sopra citati