MASK DANCE
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Una bacchetta rigida, fatta del legno sottile del bambù che cresce sulle coste della Corea, viene usata per estrarre i suoni da corde gravi fatte di seta intrecciata. I toni profondi e seducenti che ne scaturiscono sono gli stessi che si potevano sentire nel settimo secolo, perché la musica coreana ha una tradizione molto più risalente di quella occidentale. La bacchetta è chiamata suldae, e si percuote sul geomungo, uno strumento orizzontale a sei corde. È lo strumento della tradizione, con un ruolo paragonabile a quello del pianoforte in Occidente. Yoon Jeong Heo, leader della band e forza motrice dei Black String, è una delle massime esperte del geomungo. Ha studiato con i più grandi maustri dello strumento e, quando parla del suo patrimonio musicale, non vi sono dubbi sulla sua devozione: “Voglio che la gente ascolti questa musica. È potente. È bella ed è preziosa”, dice. La cantante coreana Youn Sun Nah è piena di elogi per lei: “Heo brilla ancor di più perché porta il peso della tradizione”. Heo non si limita a portare la tradizione. È in missione per farla vivere con altra musica. L’improvvisazione appartiene alla musica coreana da secoli, dai “Sinawi” che accompagnavano i riti sciamanici al “sanjo” – che significa letteralmente melodie sparse – per voce solista e tamburo, tanzo che il jazz sembra essere soltanto un altro accento per parlare la stessa lingua. Dalla musica coreana scaturisce un notevole mondo sonoro. Nelle parole del compositore americano Alan Hovhaness “Si tratta di uno dei tipi di musica più espressivi, maestosi e liberi del mondo. La naturalezza e il mistero delle sue melodie sono ineguagliate da qualsiasi altra musica nel mondo”. Ciò che i Black String hanno fatto è stato creare un legame stupefacente tra il vecchio e il nuovo. Il loro è un soundscape affascinante dove entrambi gli elementi sono presenti in ogni momento.
1. Seven Beats2. Growth Ring3. Mask Dance4. Flowing, Floating5. Song From Heaven6. Dang, Dang, Dang7. Strangeness Moon