Mario Pagotto (1966) appartiene alla cerchia dei compositori italiani che oppongono una caparbia resistenza alle confortevoli lusinghe, alle sirene allettanti del compromesso con la committenza di segno commerciale. Le musiche raccolte in questo CD dimostrano un’intenzione indisponibile a facili transazioni e affatto lontana dall’impoverimento dell’offerta in funzione pubblicistica, al contrario di tanti sedicenti prodigi compositivi contemporanei. Esprime una scrittura nella quale prevale una sorta di “modalità allargata”, pressoché priva di relazioni armoniche interpretabili in ambito rigorosamente tonale, ma comunque orientata, nonostante una sintassi spesso complessa, alla fruizione immediata, alla godibilità ad ampiospettro, risultando candidamente privadi ogni esibita ed elitaria ermeticità. Il CD comprende opere composte tra il 2010 e il 2015 e rappresenta una silloge di quest’ultimo modo compositivo che ha trovato nei “Virtuoso Soloists of New York” l’audace ensemble in grado di applicarsi con cura e tenacia interpretativa all’impegnativa esecuzione dei vari brani. Queste composizioni sembrano talora avvicinarsi al principio della musica a programma, ovvero a una funzione descrittiva, ma in realtà si collocano a un passo da essa, proponendo l’offerta di una sagace simbologia riferibile – uditivamente all’ascolto e visivamente in partitura – alle colte suggestioni proposte dai titoli.