ENRICO PIERANUNZI: PIANO SOLO
Produssi il primo concerto a Parigi di Enrico Pieranunzi nei tardi anni 80’ ed ero all’epoca convinto che il pianista romano sarebbe emerso presto come uno dei tre o quattro pianisti al mondo capaci di progettare emozione e intelletto e di esprimere un visione innovativa nell’improvvisazione jazzistica con una melodia rara e discernimento ritmico. Oggi, sono convinto che a parte la formazione classica che condivide con Enrico, Brad Melhldau è l’unico pianista capace di uguagliarlo in un certo senso, apportando sostanza al romanticismo. Questo è talmente veritiero che quando ricevetti il primo album di Brad (registrato nel ’99), pensai che poteva costruirsi com il lato B di “Parisian Portraits”. Non inviai la copia a Brad ma so per certo che lui non aveva mai ascoltato il disco di Enrico all’epoca. Prova se non altro che il modo di suonare di Enrico Pieranunzi era in effetti premonitorio. Sono convinto che “Parisan Portraits” rappresenta tutt’oggi una gemma multi-facetica di cosa può produrre la vera ispirazione.
François Lacharme
Publisher of Jazzman Magazine
Giugno 2007
1. Lighea2. Never Before, Never Again3. Filigrane4. What Is This Thing Called Love5. Milady6. My Funny Valentine7. Personna8. Improvisation 19499. Canto Della Sera10. If You Could See Me Now11. Fascinating Rhythm12. Per Fortuna