PELE
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Ogni disco possiede una storia. Quando la mia strada si è incrociata con quella di Maria Joao, il mio naturale desiderio è stato quello di creare qualcosa che possa sorprendere il nostro percorso artistico. Sapevo di dover rifiutare la tentazione di riprendere le strade già percorse insieme in nostre collaborazioni passate. L’universo della musica improvvisata, il jazz europeo, come veniva chiamato, era il nostro mondo. Per questo CD ho chiesto a Maria Joao di cantare appena qualche canzone. Soltanto questo! Dovevamo dissociarci dall’universo sperimentato in passato, allontanarci da virtuosismi vocali o strumentali. Il modo in cui Maria Joao recepì il progetto mi fece subito pensare che si trattasse di una buona idea. Lo conferma il talento con cui essa interpreta le canzoni attribuendole vita propria, identità, emozione e affetto. Sin dal primo momento in cui Maria Joao si è messa a cantare, non avrei mai immaginato che avrebbe donato alle canzoni una voce così epidermica. Alcuni pezzi sono talmente cinematografici che ci sembra quasi di vederli. Le canzoni nella voce di Maria Joao diventano epidermiche a tal punto che ci sembrano praticamente tangibili. E’ questo il motivo per cui abbiamo voluto intitolare il disco “Pele” (“Pelle”). Tutto questo è stato possibile grazie anche alla collaborazione di Tiago Torres da Silva, autore di otto degli undici brani del disco; e di Eugenia de Vasconcellos, le cui composizioni hanno completato in maniera sublime le melodie del progetto. Mi hanno accompagnato anche dall’intelligenza e creatività musicali di Yuri Daniel e di Vicky. Infine, aggiungo anche il nome di Mario Barreiros che ha collaborato insieme a me nella produzione del disco. Abbiamo costruito e arrangiato le canzoni sapendo a priori di dover essere i primi a stupirci positivamente del risultato finale. Questa doveva essere la nostra sfida.
José Peixoto