PLAYING GERSHWIN

Il tempo dei rigidi confini tra generi musicali è ormai finito. Per coloro che vedono la musica come un linguaggio universale che offre spazio illimitato per l’espressione umana, questo può essere solo uno sviluppo positivo. Quando si considerano i pianisti jazz del nostro tempo, quasi tutti hanno ricevuto una formazione nella musica classica, eppure questi musicisti non solo affrontano con disinvoltura molti stili jazz diversi, ma possono anche vagare a piacimento in altri generi. E guardando in mezzo a loro, sarebbe difficile trovare un pianista più poliedrico e completo di Iiro Rantala. Il 49enne finlandese ha studiato pianoforte jazz alla rinomata Sibelius Academy di Helsinki e poi pianoforte classico alla Manhattan School of Music di New York. Rantala ha sempre mostrato la tendenza a considerare l’intera storia della musica come uno scrigno da cui attingere materiale per le sue creazioni personali. Dal 2017, Rantala ha avuto una collaborazione particolarmente fruttuosa con The Deutsche Kammerphilharmonie di Brema, una delle orchestre da camera leader al mondo, un gruppo che ispira il pubblico di tutto il mondo con il suo modo unico di fare musica. L’amore dell’ensemble per i progetti crossover è anche uno dei suoi tratti distintivi, il che significa che Rantala e Deutsche Kammerphilharmonie Bremen sono decisamente sulla stessa lunghezza d’onda musicale. La loro prima esibizione insieme fu al concerto di gala per il festival Jazzahead di Brema. Lì hanno suonato il concerto per pianoforte in re maggiore di Mozart K. 467 e dal concerto è nato l’album “Mozart, Bernstein, Lennon”. Dalla loro collaborazione nasce oggi un altro album intitolato “Playing Gershwin” e incentrato su George Gershwin, compositore il cui lavoro rappresenta una confluenza di musica classica moderna e jazz. L’album si apre con “Rhapsody in Blue”, animata da una divertente improvvisazione di Rantala nella cadenza finale, e prosegue con la suite in cinque parti di Heifetz per pianoforte e violino derivata dall’opera “Porgy and Bess”. Completano il disco cinque brani dello stesso Rantala, in cui il pianista fa riferimento a musicisti o stili classici reinterpretati con la sua verve unica.