QUIZAS
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Gerardo Balestrieri è nato a Remscheid l’11 Giugno del 1971. Cantautore apolide, polistrumentista, artista tout court, negli anni ’90 con La Nave dei Folli incide l’album “Fricco misto” vince il Festival di Pelago e partecipa ad Arezzo Wave ’96. Sempre in quegli anni collaborazioni artistiche e discografiche con Daniele Sepe e Bebo Storti. Fisarmonicista con E Zezi Gruppo Operaio e coautore del disco “Diavule…” da alcuni anni si dedica alla canzone d’autore. L’album d’esordio “I nasi buffi e la scrittura musicale” esce nel 2007 e a Novembre dello stesso anno Gerardo Balestrieri è invitato per la terza volta al Premio Tenco. Seguono Il MEI a Faenza, il Premio Bielle e il Maurizio Costanzo Sky che rinnova l’ invito a gennaio e febbraio. Nello stesso mese Balestrieri presenta il disco al Teatro Fondamenta Nuove di Venezia in occasione del Carnevale 2008. Tra luglio ed agosto sempre nello stesso teatro registra e presenta con L’Arif Azerturk Ensemble di Istanbul “Un turco Napoletano a Venezia” visione intorno alla canzone napoletana visitata in stile “ottomano” con musicisti e strumenti dell Asia Minore. Nel 2009 compare nel disco “Luigi Tenco inediti”.
Quizàs: parola che racchiude il mistero di tempi passati, odierni e soprattutto futuri. Questo disco di omaggi arriva in un momento un po’ d’ attesa e raccoglie trent’ anni di concerti. Sandro Pertini ed Enzo Bearzot giocavano a scopone scientifico quando undicenne ho iniziato a suonare Rosamunda ai matrimoni. Son cresciuto con ” la legge dell’ ultimo ballo ” che era ed è rappresentato con questa canzone di liberazione, “allegra e speranzosa cantata per la prima volta in Italia da Dea Garbaccio e incisa dall’orchestra Angelini nel ’45”. Dai matrimoni in Alta Irpinia-Basilicata-Puglia (il triangolo eolico) dove avevo introdotto Paolo Conte e Fabrizio De Andrè in scaletta, il repertorio si è arricchito durante gli anni a Napoli, in Piemonte, in Francia a Venezia e in altri luoghi vissuti e visitati. Canzoni che mi hanno sedotto e accompagnato… Canzoni di fuga e di evasione, canzoni d’amore, passionali e leggere , canzoni di quartiere, per chi l’ amore l’ ha perduto o lo cerca eventualmente nei rioni di Napoli, Cartagena, Izmir, Sète, Buenos Aires, Los Angeles, Atene o in via dei Matti. E poi l’invito alla danza e alla ribellione, “col fremito dei timpani profondo”: menadi, bocche di Rosamunda, tabacco e veneri salentine, greche, egiziane, kosovare, tzigane, argentine, messicane…tutte con la loro “origine d’ Africa” per un divertimento estenuante Mi è piaciuto omaggiare, unire, mescolare, “disintegrare” la tradizione e giocare con le citazioni attingendo dal cinema e dalla musica stessa. Diciotto tracce per ventisette brani e quindici estratti in un immaginario sonoro “western-mittleuropeo-mediorientale”…. “Swingin’BalkanTwistin’Blues…” Un disco cantato in sei lingue che abbraccia più continenti e si ” riprende l’ abbondanza “, in quest’ epoca di aperi-cene, soap-opere e padrini. Il pensiero va al “thíasos” danzante, prevalentemente femminile, che si congiunge ai concerti. E non è un caso: con la danza, le donne, da sempre, recuperano, per quanto temporaneamente, la loro autonomia.Buon divertimento.
Gerardo Balestrieri