SEMPER VIV
€15,22
In stock
Per tutti coloro che hanno apprezzato Omi e Paiz (1995) e Car Der Steili (2000), le ultime due fatiche discografiche dei TRE MARTELLI, questa corposa e varia antologia compilata sulla base dei precedenti cinque (e ormai introvabili) lavori viene a costituire un complemento fondamentale per entrare nel mondo della tradizione del basso Piemonte. Da venticinque anni in attività, i TRE MARTELLI hanno saputo ricostruire a poco a poco il patrimonio della musica di tradizione compresa nel triangolo geografico costituito dal Monferrato, dalle Langhe e dall’Alessandrino, raccogliendo un repertorio immenso di canti da osteria, di ballate, di musiche per danza, di valzer e polche, di strumentali. Una ricerca etnomusicologica seria e di grande efficacia che è nello stesso tempo un ringraziamento e un ricordo per tutti coloro che con le loro testimonianze hanno consentito di mettere insieme un corpus di documenti orali di eccezionale valore, capace di dare nuovamente sostanza a una “memoria collettiva” sempre meno importante nella vita delle comunità rurali piemontesi.
Attraverso ventinove brani (alcuni dei quali appaiono per la prima volta su disco e vedono la partecipazione di ospiti importanti come il jazzista Antonello Salis, il canadese Robert Amyot alla cornamusa, Guido Antoniotti alle percussioni “alpine”) Semper Viv ripercorre le tappe della vicenda umana e artistica dei TRE MARTELLI a partire dalla prima autoproduzione intitolata Danza di luglio (1978) per giungere sino al 1991, anno in cui veniva inciso Bruzè Carvè, con musicisti del calibro di Gianni Coscia, Rod Stradling e Russel Jones. In mezzo, hanno segnato la storia del gruppo, fondato da Lorenzo Boioli, Renzo Ceroni ed Enzo Conti e caratterizzato da continue variazioni della line-up, altre tre importanti opere: Trata Birata (1982) con la presenza al canto di Bernadette Da Dalt, Giacu Trus (1985), che vede l’ingresso come ospite di Vincenzo “Ciacio” Marchelli e della sua potente voce (in pianta stabile nel gruppo a partire dal 1988), e infine La tempesta (1987), a cui collabora tra gli altri Gianni Coscia.
I TRE MARTELLI hanno forgiato la loro reputazione grazie anche a un’attività concertistica instancabile, nella quale sono stati in grado di unire la piacevolezza dell’esecuzione alla ricerca filologica e alla riscoperta di brani ormai dimenticati e seppelliti dal tempo. Un continuo andare e venire tra il passato e il presente che ha reso i TRE MARTELLI, dopo venticinque anni di carriera, uno dei gruppi più fecondi e rappresentativi dell’intero panorama italiano della musica di tradizione.