SINGING VIOLINS

JAYARAMAN LALGUDI G

EAN cod.

8021750809424

Label

FELMAY

Publication date

13/09/2005

In Stock

15,22

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Il violino è uno strumento che si è diffuso nell’India del Sud da qualche centinaio di anni circa, dunque
un’epoca relativamente recente se paragonata alla vita della cultura musicale del posto. Ma l’importanza che ha acquisito in questo lasso di tempo è stata davvero notevole, consentendo a esso di gareggiare in popolarità con strumenti che nella tradizione carnatica hanno da sempre avuto un prestigio indiscutibile (come la vina o il nagaswaram). Generalmente si usa considerare Balaswamy Dikshitar (1786-1859) come il primo artista che abbia saputo piegare il violino alle esigenze della musica indiana, introducendo quelle particolarità esecutive (il suonare lo strumento da seduti, tenendolo in una differente posizione rispetto alla postura della tradizione occidentale) in seguito sviluppate da altri maestri. Tra questi un posto di primissimo piano spetta senz’altro a LALGUDI G. JAYARAMAN, nato nel 1930 appunto nel villaggio di Lalgudi, situato nell’area centrale del Tamil Nadu. La sua famiglia può vantare varie generazioni di musicisti d’alto livello ed egli stesso ha saputo proseguire il lignaggio insegnando la sua arte a innumerevoli allievi nonché ai figli Lalgudi G.J.R. Krishnan e Lalgudi J. Vijayalakshmi che lo accompagnano in questa incisione dal vivo insieme a Vellore G. Ramabhadran (mridangam) e V. Nagaraj (kanjira). Il repertorio che presentano si basa essenzialmente sulle composizioni di uno dei più grandi artisti carnatici, Tyagaraja (1767-1847), riverito nell’India del Sud alla stregua di un santo in quanto autore di oltre seicento kritis, un genere di inni che contribuisce all’elevazione spirituale dell’individuo. La famiglia LALGUDI si fa apprezzare soprattutto per come riesce a mantenere nelle interpretazioni di questo mitico compositore un alto livello di
concentrazione. La musica carnatica presenta infatti dei raga che normalmente non vanno oltre gli otto
minuti e per questo l’esecutore, mancandogli la possibilità di spaziare in lungo e in largo nelle improvvisazioni (come avviene invece per i musicisti dell’India del Nord) si trova costretto a dire molto in
poco tempo, a dover esprimere la sua arte e i suoi sentimenti muovendosi in spazi davvero ristretti. La
creatività di LALGUDI G. JAYARAMAN, non potendosi estrinsecare come una cavalcata libera, sfrenata e fiammeggiante, va dunque a toccare elementi quali il colore e le sfumature timbriche. Ma il suo particolare approccio allo strumento e la sua superba capacità inventiva vengono paradossalmente a essere esaltati dalla costrizione della struttura musicale, come appare evidente dall’ascolto di questo album, nel quale il suo talento viene evidenziato al massimo grado.

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