SPECTRUM
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Quando ha registrato il suo primo album per pianoforte solo, “Place to Be” (2009), Hiromi era alla vigilia del suo trentesimo compleanno. La pianista si rese conto che l’album offriva in qualche modo una sintesi del suo percorso musicale fino a quel momento, rappresentando la chiusura di un capitolo e un’istantanea della sua crescita come artista. Decise quindi che si sarebbe confrontata con il piano solo almeno una volta ogni dieci anni, costruendo un ritratto sonoro della sua evoluzione artistica. Questa è la motivazione che l’ha spinta, esattamente dieci anni dopo, a registrare “Spectrum”, il suo nuovo lavoro pubblicato dalla Telarc. L’album celebra la sua maturità artistica come interprete e compositrice, forte delle lezioni apprese collaborando con alcuni degli artisti più inventivi del jazz tra cui Chick Corea, Stanley Clarke, Michel Camilo, Anthony Jackson, Simon Phillips, Steve Smith, Akiko Yano e Edmar Castañeda. «Il suono di un pianista cambia con l’età e con le esperienze di vita – spiega Hiromi – Volevo creare queste pietre miliari per poter osservare dall’esterno come sono cambiata e cresciuta». Tema centrale dell’album sono i colori e la loro manifestazione attraverso la musica, una tematica cara alla pianista fin dai suoi esordi come giovane prodigio. «La mia prima insegnante di pianoforte mi ha sempre insegnato a vedere i colori attraverso la musica – ricorda Hiromi – Quando voleva che suonassi qualcosa di espressivo o infuocato, colorava il foglio con una matita rossa; quando voleva che suonassi qualcosa di malinconico o triste usava una matita blu. Ho sempre trovato affascinante come il pianoforte stesso, con la sua tastiera in bianco e nero, potesse creare così tanti colori». E in effetti l’album copre un’ampia gamam di sfumature espressive. L’ipnotizzante traccia di apertura dell’album, “Kaleidoscope”, parte da schemi ciclici che ricordano minimalisti come Philip Glass fino ad espandersi in un prima di variazioni. Il delicato “Whiteout” è nato durante una bufera di neve e cattura meravigliosamente il silenzio surreale di una passeggiata attraverso una coltre di nuova neve caduta. Il lato scherzosamente funky di Hiromi emerge invece nel grintoso “Yellow Wurlitzer Blues”, mentre “Spectrum” mette in luce la sua vena più intima e personale. Se “Blackbird” è la sua personale rilettura del classico dei Beatles, un brano a cui la pianista è molto legata, “Mr. C.C.” è invece una divertente colonna sonora immaginaria per un film di Charlie Chaplin. All’introspettiva “Once In a Blue Moon” fa seguito una rivisitazione epica del capolavoro di George Gershwin, “Rhapsody in Blue”, che si trasforma in una miscela di classici accomunati dal colore blue come “Blue Train” di John Coltrane e “Behind Blue Eyes” di The Who. L’album si chiude con l’emozionante “Sepia Effect”, che evoca malinconicamente la sbiadita bellezza di un caro ricordo. Nel complesso, “Spectrum” è un tour coinvolgente nelle mille sfumature della musica di Hiromi che dimostra ancora una volta di essere una delle pianiste più interessanti del panorama contemporaneo.
1. Kaleidoscope2. Whiteout3. Yellow Wurlitzer Blues4. Spectrum5. Blackbird6. Mr. C.C.7. Once in a Blue Moon8. Rhapsody in Various Shades of Blue9. Sepia Effect