THE MISSING STRINGS
€13,92
In stock
Suono uno strumento che, al di là del suo habitat classico, ha avuto un ruolo da protagonista in numerosi altri generi musicali, dal folk, al pop, alla country music. Nel jazz, ad esempio, il violino conta solisti straordinari, da Stéphane Grappelli a Joe Venuti, da Stuff Smith a Ray Nance fino a Leroy Jenkins, Zbigniew Siefert, Jean Luc Ponty e Didier Lockwood. Eppure, ho pensato, nessun violinista ha mai potuto violare (concedetemi questo innocente gioco di parole) il monopolio timbrico degli strumenti a fiato che ha caratterizzato la stagione d’oro delle piccole grandi formazioni attive negli anni 50. Non ne esiste una, da quelle di Miles Davis, John Coltrane, Horace Silver, Max Roach, fino ai gruppi di Charles Mingus, Art Blakey, Sonny Rollins e altri ancora, che sfugga alla formula “sezione ritmica + fiati”. Ho provato ad immaginare molte volte, ascoltando quei capolavori, l’effetto che avrebbe avuto su quei temi musicali l’intreccio fra le sonorità del violino e quelle di uno strumento a fiato, sicuro che i risultati sarebbe stati interessanti. La fantasia però non è stata sufficiente: impossibile riavvolgere la bobina della storia del jazz, riscrivendone alcune sequenze e immaginare un suono mai esistito. Non mi restava che provare a produrlo da me, con l’aiuto di quattro splendidi amici musicisti e la sfrontatezza di chi ama profondamente questa musica e il violino. Il risultato è qui, in questi sei standard rivisitati da un sound inedito, con la voglia di occupare uno spazio sonoro mai fin qui occupato. Marcello Sirignano
1.Invitation 5:46
2.The Star-Crossed Lovers 5:10
3.Pent-Up House 5:35
4.Afternoon In Paris 5:54
5.Interplay 9:34
6.Whisper Not 6:02