BLUE TONE

ITALIAN WEST SIDE BIG BAND

Codice EAN

8032050017129

Etichetta

ALFAMUSIC

Data di pubblicazione

15/09/2017

In Stock

13,92

Disponibile

Il vero protagonista di questo album è l’utopia: un musicista (Giancarlo Canini) si fa produttore e – investendo in proprio – corona il sogno di realizzare un intero album dedicato all’orchestra jazz. “Il nostro punto di riferimento – ha detto il sassofonista – è quello delle big-band degli anni ’60, come quella di Quincy Jones”. Per dar corpo al sogno, per rendere realtà l’utopia ha coinvolto Marco Tiso nella triplice funzione di compositore di gran parte dei brani, arrangiatore e direttore d’orchestra. Tiso, per sua diretta ammissione, propone una concezione “mainstream” dell’orchestra (Thad Jones / Mel Lewis, tanto per intendersi) che non ha nulla di passatista ma esalta una dimensione della big-band storicizzata aprendola, però, a suggestioni e visioni più contemporanee (basti pensare al solo di sax soprano di Eugenio Colombo in “Chase The Phantom”). Ecco, peraltro, una delle “sorprese” di questo album: la possibilità di sentire i brani – e gli arrangiamenti – di uno dei nostri maggiori compositori che poco ha potuto documentare discograficamente il proprio lavoro, lavoro che spazia dal musical alla docenza nei conservatori in ambito jazz e pop. In questo senso Marco Tiso è il degno erede di Bruno Tommaso e ne condivide la non voluta perifericità che contrasta con l’indubbio valore musicale e didattico. E di didattica profuma “Blue Tone” perché l’organico chiamato a dar corpo agli undici brani del repertorio è intimamente legato al Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone. Qui, alla metà degli anni ’70, il pianista Gerardo Iacoucci inaugurò e condusse con determinazione una delle prime cattedre di jazz, seminando un terreno che avrebbe fruttificato nel tempo. Oltre ai molti laureati illustri (da Gianpaolo Ascolese a Stefano Cantarano) il Conservatorio di Frosinone da oltre un decennio vanta un dipartimento jazz-pop di alto livello, frequentato da studenti provenienti da varie regioni italiane e molto apprezzato per la qualità degli insegnamenti e dell’organizzazione. Un intenso lavoro di coordinamento e progettazione, in tal senso, è stato fatto dai maestri Ettore Fioravanti, Stefano Caturelli, Alberto Giraldi (attuale Direttore nonché pianista dell’orchestra) e Paolo Tombolesi. Se si va a scorrere l’organico della Italian West Side Big Band ci sono solo due solisti estranei alla “comunità sonora” del conservatorio di Frosinone: Maurizio Giammarco (protagonista con il sax tenore in “Blue Tone” e “Monk, Bunk & Vice Versa”) e Giancarlo Schiaffini (solista con il suo trombone nella mingusiana “Moanin'”; egli, peraltro, ha tenuto in anni recenti un apprezzato seminario sull’improvvisazione proprio al “Licinio Refice”). Gli altri solisti sono docenti o ex-studenti del conservatorio, dimostrando la solidità di quei legami che si costruiscono quando l’insegnamento è qualcosa di più della semplice trasmissione del sapere: Eugenio Colombo (sax soprano; Canini è stato suo allievo – e diplomato – nel corso di sassofono classico), Filiberto Palermini (sax soprano ed alto), Stefano Preziosi ed il producer Giancarlo Canini (sax alto), Alessandro Tomei e Danilo Raponi (sax tenore), Aldo Bassi e Fabio Gelli (tromba), Alberto Giraldi (pianoforte), Ettore Fioravanti (batteria). Anche il resto dell’organico proviene, in larga parte, dalla stessa radice e l’interplay tra singoli e sezioni è evidente. […] Degli undici brani in repertorio cinque sono composizioni (ed arrangiamenti originali) di Marco Tiso, quattro suoi arrangiamenti (tre standard ed il mingusiano “Monk, Bunk & Vice Versa”), un brano di Palermini ed uno “stampone” (arrangiamento di Sy Johnsonn) sempre di un brano di Mingus, “Moanin'” (“Mi piaceva aprire il Cd con il mio sax baritono” ha dichiarato Giancarlo Canini che si produce anche in un solo all’alto: l’unico, perché poi si limiterà a suonare nella sezione ance). Luigi Onori