È ironico, ma anche profondamente giusto, che le parole uscite silenziosamente dalla penna di Emily Dickinson (1830-1886) siano oggi frequentemente udite nelle sale da concerto, e non solo. Nel 1992, Carlton Lowenberg censì, nel libro Musicians wrestle everywhere: Emily Dickinson and Music, ben 1615 composizioni basate su testi della poetessa, di 276 autori diversi, a partire dal 1896; secondo il musicologo Enrico Maria Polimanti, nel 2007 tale numero era già quasi raddoppiato. Arrivati al 2018, le Dodici romanze su poesie di Emily Dickinson di Francesco Carta, per voce di soprano e orchestra d’archi, testimoniano che la crescita di questo repertorio è ancora lontana dall’arrestarsi. La selezione delle poesie è tuttavia inedita, e va a intercettare alcuni dei momenti di inquietudine metafisica più ispirati dell’intero lascito di Dickinson. La Nuova Orchestra Pedrollo di Vicenza diretta da Gabriele dal Santo accompagna il soprano Naoka Ohbayashi nell’esecuzione della personalissima visione con cui Francesco Carta riveste i testi della poetessa d’oltreoceano.
1. Suspense is Hostiler than Death
2. I can wade Grief
3. Forever at His side to walk
4. Some things that fly there be
5. Success is counted sweetest
6. Soul, Wilt thou toss again?
7. The Skies cant keep their secret!
8. Before I got my eye put out
9. We grow accustomed to the Dark
10. I reason, Earth is short
11. Wild Nights!
12. ’Tis so much joy!