D BIRTH

SPALLETTA- DANIELA

Codice EAN

8032050014098

Etichetta

ALFAMUSIC

Data di pubblicazione

20/04/2015

In Stock

13,92

Disponibile

Che Daniela Spalletta, trentunenne cantante del piccolo centro siciliano di Mazzarino, sia di una bravura sorprendente emerge sin dall’ascolto del primo brano, da lei composto ed esemplificativo del suo pensiero musicale; ma questa è soltanto una premessa e sarebbe riduttivo fermarsi a una considerazione del tutto ovvia perché, in realtà, quello che si ascolta in questo Cd è, prima di tutto, un esempio di come un uso assolutamente contemporaneo della voce riesca a mantenersi pienamente jazzistico pur sfuggendo a qualsiasi caduta in quegli stilemi storicizzati, e ampiamente abusati, tipici del modo di cantare di tante interpreti della ricca scena vocale dei nostri giorni. Questa cantante, compositrice, arrangiatrice rientra infatti nel novero di quelle vocalist che hanno trovato linee originali utilizzando molteplici materiali e riferendosi a un vasto universo sonoro, che spazia dal mondo euro colto a quello pop, dal minimalismo alle musiche di altri continenti. Al contrario di molte di queste nuove voci, la sua inclinazione musicale le consente però di restare legata al linguaggio jazzistico pur ridefinendolo grazie all’utilizzo di sfumature espressive e strategie con cui evita accuratamente le strade già battute dalla storia. Manca infatti, nel suo stile vocale, il classico scat, accantonato a favore di un fraseggio che imita certamente l’incedere degli strumenti a fiato, ma nel profilo melodico e ritmico utilizza linee contemporanee, mentre nel sound vocale definisce chiaramente un timbro votato al registro medio alto abbinandolo a una tecnica nella quale prevalgono gli intervalli ampi, che rendono la musica espressiva e drammatica evitando la linearità di molto jazz. Nel suo modo di procedere possiamo poi individuare tre linee ben precise; la prima è legata all’estemporizzazione, cioè alla personalizzazione di brani essenzialmente concepiti come melodie da interpretare e basata sulla miscellanea tra differenti influenze: dal rock al folk sino alla musica elettronica. La seconda è invece quella di sviluppare i temi attraverso un ampio processo improvvisativo, mentre la terza, presente solo nel brano di Max Ionata: Blip – Unforeseen Variation, consiste nell’utilizzare la tecnica del vocalese, con cui ha provvisto di un testo e poi cantato l’assolo dello stesso autore che si ascolta successivamente nel terzo, quarto, quinto chorus del brano. Una novità assoluta, a mia memoria mai avvenuta prima, a cui si aggiunge anche l’unisono sul chorus iniziale di Ionata sovrainciso dalla voce, a dimostrazione di come si possono aggiornare e rendere fresche e nuove anche procedure che risalgono agli anni quaranta. In realtà, le prime due procedure si mescolano svelando molteplici riferimenti tematici, tra cui i più forti sono quelli in cui lega le sue radici siciliane al jazz, presenti in Manipura e Zahara, o la chiave pop al mondo orientale in Namasté, ispirato da una preghiera di Tagore. Questo superbo album evidenzia però anche le qualità di arrangiatrice e compositrice della sua autrice, che al di la della scrittura dei testi (pratica già di per se complessa) ha realizzato funzionali arrangiamenti per archi, in cui la pienezza sonora del quartetto si svela in trame che penetrano in profondità nel tessuto armonico e melodico dei brani. Proprio per questa varietà di tratti, per la fantasia, la precisione esecutiva, il feeling con i suoi partner questa cantante si candida a diventare una delle voci più interessanti del panorama jazzistico del vecchio continente. Se la sua musica, al contrario di quella di altre vocalist dagli stili “trasversali”, mantiene la connotazione jazzistica è, però, anche per merito del trio Urban Fabula e per i sassofoni di Max Ionata; quest’ultimo riesce a far dialogare con lei i suoi strumenti, assumendo connotazioni fortemente “vocali” e “cantate”, mentre il trio (che, come Daniela Spalletta, rappresenta una parte significativa della nuova, ricca, scena siciliana del jazz) porta nella musica un linguaggio jazzistico contemporaneo, muovendosi secondo le logiche dell’interplay definitesi da Bill Evans in avanti e pienamente affermatesi nel jazz, ma lo fa seguendo strade originali, nelle quali vengono sintetizzate diverse influenze, trovando infine una coesione dentro la quale la voce si inserisce senza sovrapporsi, bensì assumendo un atteggiamento prettamente strumentistico. In questa compattezza globale, che evita l’obsoleta riproposizione della “cantante accompagnata”, sta il senso della loro collaborazione, nata al Premio Randisi del 2012, quando lei e Burgio vinsero ex-aequo e vennero invitati a formare un gruppo insieme per partecipare a Iseo Jazz. Da allora hanno suonato in altre rassegne, tra cui Umbria Jazz, partecipato a concorsi nazionali e oggi sono giunti a pubblicare un disco che non può lasciare indifferenti o insensibili e trova una sua ragione d’essere nella pur affollata scena contemporanea. Maurizio Franco

1. D Birth
2. One day on a sudden
3. Manipura
4. Fuga
5. Vertigo
6. Zahara
7. Blip unforeseen variation
8. Far away
9. You’re wrong you’re right
10. But not for me
11. Namastè

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